Sarzana, che Botta!

« Il diritto alla città non è soltanto un diritto all’accesso di quanto già esiste, ma il diritto di cambiarlo. Noi dobbiamo essere certi di poter vivere con le nostre creazioni. Ma il diritto di ri-fare sé stessi attraverso la creazione di tipi qualitativamente differenti di socialità urbana è uno dei più preziosi diritti umani »

Harvey(2003)


Conferenza dei servizi
Regio decreto del 1904
blocca il progetto
di “via Paradiso”

Un Regio decreto del 1904 ha bloccato, per ora, l’iter di approvazione della strada all’interno dello stadio Miro Luperi o nuova via Paradiso, come ama chiamarla il sindaco quando parla con gli abitanti. Il progetto dovrà essere almeno riveduto e corretto e dovrà tenere conto di precise prescrizioni. Se ne riparlerà non prima di marzo, per acquisire il parere di altri enti sportivi fino a oggi ignorati.
Alla Conferenza dei servizi, indetta in gran segreto e in tutta fretta dalla giunta Cavarra, mentre il dibattito in città prende sempre più quota, pare si siano presentati solo due degli aventi diritto: il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, chiamato a esprimersi sulla sicurezza, e il delegato del Coni. Scriviamo “pare” perché sulla seduta riservatissima, si hanno poche indiscrezione raccolte qua e là negli ambienti comunali e sportivi. I Vigili del fuoco si sono riservati di esprimere il parere dopo aver ben esaminato il progetto. Non potranno ignorare le osservazioni del Comitato proprio in tema di sicurezza dell’impianto, che contrasta col decreto sugli stadi. Il delegato del Coni ha fatto presente che a pronunciarsi deve essere l’ufficio tecnico della presidenza nazionale al quale va trasmesso il progetto su apposito formulario. Inoltre il Comune ha convocato solo la Federazione gioco calcio (che non si è presentata), ignorando colpevolmente la Federazione di atletica leggera, che invece deve essere coinvolta e dovrà esprimere parere. In ogni caso devono essere gli organismi nazionali a pronunciarsi.

Il terrapieno col bel filare di cipressi separa l'aver del torrente Calcandola dall'area sportiva

La nuova strada corre sull’argine del Calcandola
Ma la prima vera zeppa l’ha messa l’ufficio Difesa del suolo della Provincia, di cui ha assunto di recente la direzione l’ingegner Ferrarini, ex Canale Lunense. La strada, che il Comune si ostina a definire esistente, ma che in realtà sarebbe come arteria carrabile è nuova di zecca, verrebbe realizzata su un terrapieno che fa da argine al torrente Calcandola, quindi lungo l’alveo del corso d’acqua. Ebbene il Regio decreto n. 523 del 1904, parzialmente modificato dalla legge 774 del 1911, regolamenta i lavori lungo le sponde dei corsi d’acqua. Il progetto dovrà essere almeno rivisto in base a prescrizioni della Difesa del suolo, che sarà interessante conoscere (se la trasparenza delle pubbliche amministrazioni (Comune e Regione) non resta uno slogan di pura propaganda.
La Federazione di atletica ha diritto di pronunciarsi
In attesa di rivedere il progetto e di raccogliere i pareri di Coni. Fidal e Figc, l’iter resta sospeso. Se ne riparlerà probabilmente a marzo. Nel frattempo il Comune e tutte le autorità preposte alla sicurezza e alla disciplina urbanistica avranno la possibilità di riflettere alla luce delle note prodotte dal Comitato Sarzana, che botta!. Il nuovo muro di separazione della nuova strada dalla gradinata non garantisce più i sei metri di area di sicurezza; l’arteria è priva di marciapiedi e di passaggi per disabili. E’ stata ignorata e taciuta la previsione contenuta nel PRG vigente di realizzare nel Sussidiario il palazzetto dell’hockey di una capienza di 1.400 spettatori e di due campi di gioco e allenamento ( http://www.sarzanachebotta.org/2016/01/strada-stadioconferenza-servizitop-secretnascosto-il-palahockey/) . Ieri l’assessore Massimo Baudone ci ha detto che stiamo strumentalizzando un progetto, quello del Palahockey, che non si farà mai. A parte che se si risolvessero seriamente i problemi di viabilità, portando via tutto il traffico da via Paradiso e dal piazzale del Berghini, quella non sarebbe una cattiva collocazione per l’hockey, resta il fatto il Piano Regolatore è legge. Semmai lo si cambia. Ma non si può dire: “Intanto non lo faremo mai”.
Forse è il momento di una riflessione più ampia sulla pianificazione di tutta l’area sportiva. In tempi rapidi, ma più ampia.

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Data
sabato, 30 gennaio 2016

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