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Albert Camus


Scuola XXI Luglio, Cavarra: vendiamola. Il Comitato: offesa alla città

L'ingresso della scuola XXI Luglio

Ci stupisce la mancanza di reazioni alla proposta di Alessio Cavarra di mettere all’asta la scuola di viale XXI Luglio e il complesso Poggi-Carducci allo scopo di ricavare i denari necessari alla costruzione di un nuovo istituto scolastico. Noi non siamo mai entrati nel dibattito interno ai partiti, per ribadire la nostra autonomia ed equidistanza. Ma il silenzio attorno a una simile proposta, formulata nell’ambito delle primarie del PD per la candidatura a sindaco, ci ha sconvolto più della proposta stessa. Non hanno reagito gli altri candidati, non reagisce la città, quasi che il destino della scuola di viale XXI Luglio sia irrimediabilmente segnato, come quello del vecchio mercato di piazza Terzi. Lo schema è identico: un patrimonio architettonico e storico lo si lascia degradare per anni, poi se ne decreta il destino, imbastendoci una qualche operazione immobiliare.

La proposta di Cavarra è indecente e va respinta subito.

Innanzitutto perché è offensiva della storia della città, della sua memoria, del valore architettonico dell’opera. Inoltre è offensiva, perché proviene da Alessio Cavarra, cioè dall’assessore comunale al bilancio del quinquennio 2005/2010, che nel 2008 perse il contributo regionale di 750 mila euro per ristrutturare lo storico edificio, non riuscendo a trovare in bilancio i novecentomila euro che doveva mettere il Comune per il primo intervento. Eppure in quello stesso anno nelle casse comunali iniziavano a entrare i cinque milioni di euro incassati dalla vendita (fittizia) dell’ex mercato di piazza Terzi e dei terreni di Tavolara alla società (comunale) Sarzana Valorizzazione Patrimonio. Siamo ancora in attesa di sapere come furono spesi tre dei cinque milioni incassati dalla “brillante” operazione finanziaria, costata fino ad oggi ai sarzanesi oltre un milione di euro tra interessi e spese di gestione.

E’ interesse della città bloccare la proposta dell’ex assessore, prima che azzardi altre operazioni fallimentari per il bilancio comunale e per la storia della città. E’ un bene anche per Cavarra, che, mentre annuncia nel suo programma lo “stop al consumo di suolo”, prospetta la costruzione di un nuovo complesso scolastico che per dimensioni deve quasi sommare i due edifici che vuole vendere.

Per il Comune significherebbe procurarsi da proprietari terrieri privati i terreni che non ha, magari dando in cambio (secondo il meccanismo della compensazione, come scritto nelle linee guida del PUC) nuovi permessi di costruire per edificare nuovi volumi di edilizia residenziale o commerciale. Un po’ di coerenza non guasterebbe.

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Data
giovedì, 11 aprile 2013

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