Sarzana, che Botta!

« Il fine di ogni associazione è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’uomo: libertà, proprietà, sicurezza e resistenza all’oppressione »

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789


Ex mercato: una farsa la verifica d’interesse storico? Un dubbio in due atti

Ecco come si decreta la morte di un immobile, l’ex mercato di piazza Terzi, testimonianza unica della rinascita di Sarzana nel dopoguerra.mercato_interno_2

Una scheda di due paginette, redatta dall’architetto Stefano Mugnaini, con la quale il Comune chiede di liquidare l’ex mercato di piazza Terzi come fosse un immobile di nessun  interesse storico, culturale, antropologico, architettonico. Mugnaini è anche l’architetto che nel 1986 stilò la relazione tecnica per recuperare ad usi socioculturali l’immobile (allora ne valeva la pena!). L’operazione costò circa 600 mila euro (valore attuale). Ma intanto i soldi sono dei contribuenti sarzanesi di ieri e di oggi.

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Scheda Mugnaini pag1 - cliccare per ingrandire

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Scheda Mugnaini pag2 - cliccare per ingrandire

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Replica Rossini - cliccare per ingrandire

Ma altrettanto mirabile è l’opera del Soprintendente Rossini. A fronte degli autorevoli pareri contrari alla demolizione dei professori Ruschi e D’Alto, inoltrati dal Comitato Sarzana che botta! alla direzione regionale dei Beni culurali e a lui girati, Rossini replica in modo burocratico. Il Soprintendente ligure, ovviamente, aveva già dato parere favorevole al Comune (senza accorgersi che catastalmente l’immobile è di proprietà della società Sarzana valorizzazione patrimonio. Un dettaglio da nulla!) L’architetto Rossini non torna indietro. Per sua ammissione ha svolto un unico sopralluogo il 12 maggio. Il 18 maggio aveva già pronunciato la sua sentenza di morte per l’ex mercato, che fu voluto dalla prima amministrazione democratica di Sarzana post fascista, guidata dal leggendario Paolino Ranieri, celebrato un mese fa con grande retorica e ipocrisia dai politici locali. Per legge Rossini aveva tempo fino al 16 giugno. Ma venne, vide e girò il pollice verso. Perdendo qualche particolare architettonico e storico-culturale, evidenziato dai professori Ruschi (qui) e D’Alto (qui). Ora l’ultima parola spetta alla Direzione regionale.

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Data
lunedì, 12 luglio 2010

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