Sarzana, che Botta!

« Mi rivolto dunque siamo »

Albert Camus


Piano delle antenne da rifare
Non tutela né salute, né paesaggio

Il Piano delle Antenne è da rivedere profondamente. E’ questo l’esito dell’incontro tenuto martedì sera alla sala della Repubblica per iniziativa del Comitato Sarzana, che botta!
Non è accettabile che una pianificazione così importante si fondi su pochi dati dell’inquinamento elettromagnetico, i più recenti risalenti al settembre 2014. Nessuna attenzione per la tutela della salute e la prevenzione. Né è accettabile che il Piano ignori i luoghi sotto vincolo paesaggistico. A Sarzana – accusa il Comitato Sarzana, che botta! – gli articoli 9 (tutela del paesaggio) e 32 (tutela della salute) della Costituzione continuano a essere ignorati.

Il segnale annichilisce salute e paesaggio

Ignorati i moniti dell’Agenzia internazionale del cancro
Non viene data attenzione ai moniti dell’Agenzia internazionale di ricerche sul cancro e dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle conseguenze dell’inquinamento da onde elettromagnetiche. I due articoli della Costituzione – ha affermato il segretario Carlo Ruocco nelle conclusioni – saranno il faro delle iniziative dell’associazione per convincere l’amministrazione a rivedere profondamente il Piano.

Istanze al Ministro Franceschini (paesaggio) e al sindaco (salute)
Due le iniziative immediate che saranno assunte su proposta di un cittadino. La segnalazione al Ministro della cultura Franceschini e alla Sovrintendenza del mancato rispetto delle zone paesaggisticamente sensibili. La richiesta al sindaco Cavarra, quale prima autorità sanitaria del Comune, di promuovere subito con Arpal un’indagine seria sull’elettrosmog con rilevazioni continue e non episodiche, che il Comitato aveva già chiesto nel gennaio 2015. Sulla base di dati aggiornati si chiederà procedere alla Valutazione ambientale strategica a cui il Piano, secondo il Comitato, va sottoposto.

Le proposte sono emerse nel corso del dibattito alla sala della Repubblica, molto partecipato per presenze e interventi. Soprattutto attivi gli abitanti di Grisei e Bradia, i quartieri più penalizzati dalla presenza di ripetitori. Ma anche Sarzanello diventato il nuovo obiettivo di molti gestori. Non sono mancate critiche al Comitato, accusato da un paio di intervenuti di essere troppo indulgente con l’amministrazione.

Ha introdotto Roberta Mosti: “Stiamo tentando di colmare un vuoto d’informazione sul Piano, già adottato dal Consiglio comunale senza adeguata comunicazione ai cittadini. La trasparenza è un mito: il Piano non è neppure sul sito on line del Comune. Ancora meno i dati aggiornati sull’elettrosmog, che proprio non esistono”.

Il Piano ignora l’evoluzione tecnologica
L’ingegner Ranieri Ripoli ha introdotto il Piano negli obiettivi generali. La tutela della salute è il primo obiettivo indicato. Ma non viene detto né in che modo, né da chi. E soprattutto l’analisi si fonda su pochissimi rilevamenti effettuati tra il 2007 e il 2014. Da allora la potenza degli impianti si è sviluppata enormemente, si affacciano nuovi gestori, è previsto un affollamento di impianti in alcuni luoghi e una crescita nei prossimi 3-5 anni. Stessa scarsa attenzione ai luoghi paesaggisticamente sensibili.

Tutto il Comune alla mercè dei gestori. L’Arpal oppone la “privacy” sui dati!
E’ toccato all’ingegner Riccardo Butta entrare nel dettaglio, illustrando la previsione di nuovi impianti nell’immediato futuro. Il primo dovrebbe essere alle Missioni, luogo sensibile adibito a residenza sanitaria. Butta ha anche sottolineato l’affollamento di impianti che è previsto nella zona Stadio, Cappuccini, Grisei. Le ragioni nel documento di Piano non vengono spiegate. Ha anche spiegato che la differenza tra aree verdi (l’ecologia non c’entra), che sono quelle sui quali i gestori hanno già posato l’occhio (praticamente tutto l’abitato di Sarzanello) e bianche, di cui è colorato praticamente tutto il territorio comunale, dove l’insediamento di antenne è affidato al libero arbitrio dei gestori senza vincoli di distanza tra gli impianti.
Poche le zone rosse. La più vasta è quella del Parco Magra con l’eccezione dell’area dei cantieri navali. Ma gli estensori del Piano si sono bellamente dimenticati anche la collina dei Cappuccini e l’area prospicente il Cimitero, già oggetto nel gennaio 2015 di intervento della Sovrintendenza su sollecitazione dei cittadini, del Comitato Sarzana, che botta!, di Legambiente e Italia Nostra. Butta ha anche raccontato un aneddoto personale sui dati dell’inquinamento: dall’assessore Baudone è stato sollecitato a richiederli ad Arpal. L’agenzia gli ha opposto la privacy! Nei comuni più evoluti i dati sono a disposizione dei cittadini.
Non sono neppure mancate le contestazioni di chi ha accusato il Comitato di essere troppo indulgente, se non addirittura colluso, con l’Amministrazione su un tema tanto delicato come la salute dei cittadini.

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Data
mercoledì, 21 giugno 2017

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