Sarzana, che Botta!

« D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda »

Italo Calvino


Montale (Toscana)
ecco come gli abitanti
hanno scelto la piazza

C’è chi la chiama “urbanistica partecipata”. Chi “democrazia partecipativa”. Nel proporre un altro progetto di piazza Martiri il Comitato Sarzana, che botta! non si è inventato nulla. Ha solo preso ad esempio modelli di partecipazione già attuati da anni nelle realtà più avanzate, in pieno stile europeo.
Pubblichiamo il riassunto del processo partecipativo attuato a Montale (Pistoia, valle dell’Ombrone) per decidere sul destino di due piazze cittadine. Montale è un Comune di 10 mila abitanti, quindi con le risorse di un piccolo comune. Eppure promuove una partecipazione complessa e le decisioni vengono prese in breve tempo. Ha il vantaggio di una legge regionale sulla partecipazione, che prevede finanziamenti per i progetti partecipati.
In calce, per chi è interessato ad approfondire, l’intera relazione.

“Progettiamo insieme la nostra piazza”.

Soggetto promotore: Comune di Montale

L’Amministrazione Comunale ha ereditato dalla passata amministrazione un

Regolamento Urbanistico che, tra le tante indicazioni, prevedeva l’ipotesi di

unificazione delle due piazze centrali del paese, la piazza G. Matteotti e Giovanni

XXIII. Prima di procedere ad azioni mirate al reperimento dei finanziamenti per

la realizzazione delle opere, i nuovi amministratori hanno ritenuto opportuno

coinvolgere i cittadini per verificare che la soluzione indicata nel RU rispondesse

effettivamente ai desideri e alle necessità dei montalesi. È nato così un progetto

dalle molteplici finalità. Il primo obiettivo è stato quello di coinvolgere i cittadini,

in particolare i residenti e i portatori di interessi specifici, e la comunità locale in

un confronto pubblico con lo scopo di definire, su una base di informazione

condivisa, funzioni e assetto delle piazze centrali. Il progetto ha inteso anche

valorizzare e incrementare, attraverso l’utilizzo delle metodologie proprie della

democrazia deliberativa, il capitale sociale del paese, cercando di sperimentare

e costruire un “modus operandi” attuabile in maniera sistematica.

Urbanistica partecipata RelazioneFinale_ComuneMontale

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Data
lunedì, 7 luglio 2014

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