Sarzana, che Botta!

« L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione (...). La Costruzione è per tener su: l’Architettura è per commuovere »

Le Corbusier


Grandi opere: prima si finanziano, poi si studiano le conseguenze

ceparana 7 luglio 2011di Carlo Ruocco

Il nome – come è ormai costume della politica del …. fumo – è pomposo: Studio di fattibilità e sostenibilità ambientale degli interventi di miglioramento ambientale e di accessibilità in Val di Magra e Bassa Val di Vara. E’ stato presentato a Ceparana dalle società di ingegneria che hanno redatto lo studio, presenti l’assessore regionale alle infrastrutture Raffaella Paita, il presidente e il direttore del Parco Magra-Vara Baruzzo e Scarpellini, l’assessore provinciale alla viabilità Casabianca, un po’ di sindaci e assessori.
Se l’italiano è ancora la lingua con i significati codificati nei dizionari Devoto Oli, Zingarelli e simili il titolo vuol dire: Studiamo se gli interventi per migliorare l’ambiente e l’accesso alle valli del Magra e del Vara sono fattibili e se sono sostenibili dall’ambiente fluviale (tutelato dal Parco e in vari punti SIC, cioè Sito di interesse Comunitario europeo).
In cosa consistono questi interventi per “migliorare l’ambiente”? In un nuovo casello autostradale a Beverino, in un nuovo ponte sul fiume tra Ceparana e Santo Stefano con relativa strada, in un nuovo svincolo autostradale a Fornola, in una piccola variante Aurelia ad Arcola, forse anche qualche rotonda e bretella. Insomma opere di”accessibilità”. Sono state cassate, per decisione unilaterale di Salt, la Variante Cisa da Santo Stefano a Sarzana e la Variante Aurelia da Fornola a Romito.
In cosa consiste il “miglioramento ambientale”? Ci è stato raccomandato di leggere con attenzione lo studio, che indica anche le criticità (è sul sito del Parco Montemarcello-Magra): http://62.94.111.70/montemarcello/

parco1Dunque si doveva valutare se le opere sono “fattibili”, cioè se si possono fare o che è agevole fare (Zingarelli) e se sono “sostenibili” cioè che possono essere sostenute (sempre Zingarelli) da quel delicato ambiente fluviale. Oppure se è opportuno valutare altre soluzioni, che diano risposte più efficaci e meno impattanti sull’ambiente ai carichi del traffico locale.
Nulla di tutto questo. Ovviamente. Le opere sono già state decise. Lo studio serve solo a limitarne l’impatto, a mitigare i danni ambientali. E la VAS (Valutazione Ambientale strategica), procedimento europeo volto a verificare e valutare le conseguenze future sull’ambiente di grani piani attraverso un processo di partecipazione dei cittadini dei vari comuni? E’ già stata fatta. E se i cittadini non sono stati coinvolti dai Comuni, non ne hanno saputo nulla, peggio per loro, Non dovevano restare distratti. Loro come contribuenti dovranno solo cacciare dieci milioni di euro (per ora). Le associazioni ambientaliste erano avvertite. Solo Legambiente ha presentato osservazioni (non sappiamo se ha coinvolto i propri associati).
Ma le lopere sono le più efficaci e le meno impattanti per dare risposte al traffico congestionato della Val di Magra? Per esempio, si è valutato sulla base dei flussi di traffico se per alleggerire la pressione motoristica (e il pesante inquinamento) a Santo Stefano non fosse più intelligente un casello a Ceparana (comprensorio di 25 mila abitanti e 400 aziende) piuttosto che a Beverino? Si è verificato se il traffico prevalente su Cisa e Aurelia è locale oppure di collegamento tra Sarzana, Castelnuovo, Ortonovo e La Spezia e quindi meglio risolvibile (per l’ambiente) con un tunnel tra San Ginesio e Muggiano? Si è verificato se è un traffico commerciale o passeggeri, magari attenuabile con la metropolitana leggera di cui si favoleggia da decenni, ma che non viene finanziata?
Confessione dei redattori dello studio a una domanda di Roberta Mosti: “Noi non avevamo a disposizione i flussi di traffico della provincia!”
Avete letto bene. Ci sono solo studi  dei flussi di traffico su strade locali. Ma ormai le opere sono finanziate. Dieci milioni vanno spesi. Sono fondi FAS europei. In questo caso l’Europa è cogente. Per la VAS (partecipazione consapevole e informata dei cittadini) molto meno.
Raffaella Paita ha convenuto che occorrerebbero procedure più razionali. Ma ha giustificato le lacune di analisi col fatto che la programmazione risale a sette anni orsono. E allora? Visto che la Salt si è ritirata, non si possono ripensare almeno alcuni interventi? “Per il futuro – assicura la Paita – si procederà diversamente: la Regione sta studiando una propria normativa sulla VAS. Ovviamente con l’eccezione della Variante Cisa: resta una priorità a prescindere”. Altrettanto “ovviamente” sarà l’unico opera che la Regione finanzierà. Assessore, possiamo sperare in una visione più moderna e razionale della pianificazione territoriale delle infrastrutture?

Per visualizzare lo studio di fattibilità e sostenibilità


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Data
venerdì, 15 luglio 2011

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