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Tavolara, cemento colorato di verde per “riqualificare” l’area … agricola

PRESENTATO IL PROGETTO TERRITORIALE TAVOLARA

di Silvia Minozzi

Venerdì 11 dicembre, presso la Sala Convegni del Centro Sociale di Castelnuovo Magra, è stato presentato il Progetto Territoriale Tavolara. L’area interessata è al confine tra i Comuni di Sarzana e di Castelnuovo Magra tra l’Aurelia e la ferrovia.

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Il Progetto, frutto della collaborazione dei due comuni, supportato dalla Provincia e realizzato da UNIECO (vedere sito), prevede la costruzione di capannoni a destinazione industriale e commerciale, per un totale di 25.000 mq di insediamento produttivo più 5.600 mq di parcheggi; prevede inoltre il potenziamento della rete stradale con l’ampliamento della via Tavolara, la creazione di una nuova strada e l’introduzione di due rotatorie sull’Aurelia. Il tutto

non nelle numerose aree dismesse delle segherie di marmo che hanno chiuso per fallimento , ma in un territorio attualmente ancora prevalentemente agricolo, uno dei pochi rimasti.

Il progetto è già stato approvato, sono in attesa delle concessioni edilizie per cominciare a costruire.

Il sindaco di Castelnuovo ha sottolineato che la realizzazione di questo progetto, che avviene in un momento di profonda depressione economica e in cui le avvisaglie di ripresa ancora non si vedono…servirà ad essere pronti per quando la ripresa ci sarà… il che sta a dire che non si sa assolutamente chi potrà acquistare i capannoni per impiantarvi la propria attività commerciale o artigianale, e che questo progetto non si configura affatto come una risposta a una domanda o a un bisogno.

Nori Emili, Responsabile del Servizio Urbanistica – Servizio Pianificazione Territoriale della Provincia della Spezia, e Luca Pregliasco, progettista del consorzio “Sviluppo Tavolara”, hanno ribadito nei loro interventi che molta attenzione è stata dedicata a realizzare un progetto che fosse rispettoso degli aspetti paesistico ambientali, dei nuovi indirizzi relativi al contenimento energetico, che valorizzasse il concetto della “qualità del costruire”, che limitasse l’impatto visivo, acustico, inquinante. Tutto questo è scaturito in un documento indirizzo, al quale, come l’architetto Nori Emili, che è anche la vicepresidente del Comitato tenico urbanistico della Provincia, ha tenuto a precisare, la proprietà non è affatto tenuta ad attenersi, in cui si suggerisce di creare aree esterne per stoccaggio, carico/scarico, lavoro all’aperto, “non disordinate”, di utilizzare il verde per mitigare il rumore e limitare l’impatto visivo “sgradevole”, di utilizzare finiture esterne dei capannoni in qualche modo rispettose del contesto prevalentemente agricolo nel quale si inseriscono.

Ecco (e non stiamo scherzando) alcune delle soluzioni consigliate:

  • dipingere di verde i tetti dei capannoni,

  • mettere un filare di vite o degli alberi da frutto al posto di altri tipi di alberi per “mimare” l’area agricola,

  • utilizzare il ghiaino o una pavimentazione che consenta all’erbetta di crescere in quei pochi metri di terreno che non serviranno al transito dei camion…

Naturalmente le planimetrie e i render sono stati mostrati solo nelle diapositive; nella cartelletta che veniva data a tutti i partecipanti come documentazione supplementare vi erano solo una serie di comunicati stampa relativi all’organizzazione della giornata e alla premiazione che il Comune di Castelnuvo Magra ha ottenuto dall’ ANCITEL Energia in quanto Comune “virtuoso” per aver adottato soluzioni a favore di un edilizia “efficiente e sostenibile” relativamente all’uso efficiente dell’energia e la valorizzazione delle fonti rinnovabili. Cosa questa documentazione c’entrasse con la distruzione di un territorio agricolo per costruire capannoni che non si sa se, quando e da chi verranno utilizzati non è ben chiaro.

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Data
mercoledì, 16 dicembre 2009

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