Sarzana, che Botta!

« Se le amministrazioni non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori »

Corrado Guzzanti


Salta una previsione della Variante di via Muccini

La Vetraia è a tetto
e su piazza Martiri incombono
mille metri di cemento

articolo di Carlo Ruocco

L a bandiera italiana sventola sul tetto del palazzo della Vetraia, l’ultimo degli edifici del Piano di via Muccini in fase di completamento prima dell’”Era Botta”. Per tradizione il tricolore viene issato sugli edifici in costruzione, quando viene completato il tetto, un simbolo evocativo della conquista di una vetta. Come dire: l’impresa è conclusa. Nell’edilizia la bandiera corona il completamento delle opere portanti.

090508 carlo - bandiera su Vetraia perfezionata
Nel caso della Vetraia però quella bandiera ha molti altri significati, apre nuovi scenari, mette in discussione una parte importante del piano di via Muccini, presentata con grande enfasi dall’Amministrazione comunale: la cancellazione da piazza Martiri di 2.500 mq di superfici utili di cemento previsti dal Piano Particolareggiato del 2000, firmato dall’architetto Luigi Piarulli. Secondo quel Piano, approvato dal consiglio comunale dell’epoca, la piazza doveva ospitare l’ampliamento dell’hotel Laurina. Una “colatina” di cemento, compensata dalla sparizione del parcheggio in superficie.
Nel corso degli anni, però, successive verifiche avevano portato a prevedere, come si legge nella relazione alla Variante adottata il 30 marzo scorso dal Consiglio comunale, “una consistente riduzione di superficie utile (da 5.000 metri a 3.750) per via di problemi derivanti dalle normative antisimiche vigenti, che hanno obbligato a prevedere arretramenti dei piani più alti e un’altezza complessiva minore”.
L’Amministrazione comunale decide allora di ripensare quel progetto e di distribuire metà dei 5.000 metri altrove: 1.040 mq di superfici residenziali alla Vetraia con una sopraelevazione del palazzo di un metro e ottanta, 1.335 mq. in un nuovo edificio di quattro piani a destinazione recettiva, quale dependance del Laurina, da realizzare in via VIII Marzo in un’area prevista a verde attrezzato dal Piano del 2000, area di proprietà di un terzo soggetto.
Nella documentazione di adozione del nuovo piano particolareggiato non si fa riferimento ad alcun accordo tra il Comune, l’impresario Miranda e il proprietario dell’area verde. Agli atti presentati in Consiglio il 30 marzo risulta solo il trasferimento delle volumetrie.
Cosa può essere successo nel mese di aprile da indurre l’imprenditore napoletano a rompere gli indugi e a proseguire con i lavori fino a issare il tricolore sul tetto, ignorando la Variante adottata in Consiglio comunale e la conseguente possibilità d’innalzamento del palazzo della Vetraia in essa contenuta?
E’ davvero improbabile che Miranda abbia rinunciato agli oltre mille metri quadrati di superficie residenziale utile (dieci appartamenti da 100 mq calpestabili!).
E allora? Che valore ha il piano appena adottato? Miranda potrà realizzare quei mille metri in piazza Martiri, nonostante le problematiche sismiche evidenziate nella relazione alla Variante, oppure quelle superfici saranno dirottate altrove, magari in via VIII Marzo, facendo salire da quattro a sette piani la “dependence” del Laurina, con grave danno di luce e di vibilità per gli abitanti dei palazzi esistenti?
La richiesta di maggiore trasparenza, più volte rivendicata dal Comitato “Sarzana, che Botta!”, sembra quanto mai attuale. Insomma, per dirla col vecchio Gorbaciov, a Sarzana un po’ di “glasnost” non guasterebbe.
Altrimenti il Comitato e i cittadini su quale Variante fanno le loro osservazioni?
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Data
venerdì, 8 maggio 2009

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