Sarzana, che Botta!

« Non sapevano che fosse impossibile, allora l’hanno fatto »

Mark Twain


Statuto comunale
e partecipazione
all’epoca del
“Qui decido io!”

Articolo di Carlo Ruocco

“Il Comune garantisce la partecipazione all’attività amministrativa di tutti i residenti nel territorio comunale e di quanti abbiano con esso un rapporto qualificato per ragioni di lavoro, di studio o di utenti … favorisce il costituirsi di ogni associazione intesa a concorrere a predetta attività e garantisce a ogni soggetto autonomia e uguaglianza di trattamento”.
In che modo?
“Cittadini e associazioni possono rivolgere istanze e petizioni al Consiglio comunale, alla Giunta o al Sindaco su problemi d’interesse collettivo, nonché proporre deliberazioni nuove o revoca delle precedenti. Gli organi competenti provvedono a deliberare entro 60 giorni”.

Potreste pensare che ad affermare questi diritti sia la Costituzione Svizzera, nota per i frequentissimi ricorsi a referendum propositivi o abrogativi. Ebbene no. E’ lo Statuto del Comune di Sarzana emanato il 10 maggio 1990 durante il “regno” di Lorenzo Forcieri. (Comune Statuto )

Lorenzo Forcieri

E’ ancora in vigore, ma disatteso. In quell’atto, che poi è la Carta Costituzionale di un Comune, il tema della partecipazione attiva dei cittadini, riproposto dalla controversa vicenda della strada interna allo stadio Miro Luperi, è ben presente e regolamentato. Il sindaco Alessio Cavarra è convinto di essere un paladino della partecipazione avendo indetto ben 68 assemblee di quartiere nel corso delle quali ha informato i cittadini delle decisioni prese e annunciato i “cronoprogrammi” per il futuro.
E’ questo il modello di partecipazione disegnato nel nostro Statuto comunale?
Coinvolgere i cittadini fa crescere senso civico ed efficienza
Tra chi votò quello Statuto nel 1990 e l’attuale sindaco c’è un salto culturale notevole.
Cavarra predilige il “dirigismo” dell’uomo solo al comando. Famosa la sua frase: “Qui decido io”. E la partecipazione? Consiste nel convocare l’assemblea e portare a conoscenza dei cittadini presenti (sempre più pochi) la decisione assunta, il progetto adottato e la data di avvio. Se qualcuno ha da muovere obiezioni, lo faccia – se è in grado – seduta stante. Le soluzioni alternative vengono bollate come volontà di rallentare il progetto.
Lo Statuto di Forcieri prevede per i cittadini la possibilità di “proporre deliberazioni nuove o revoca delle precedenti”.
Il dibattito sul progetto di strada del Luperi è emblematico di una visione della partecipazione che vede i cittadini destinatari passivi. Quali modifiche hanno portato le assemblee? Quali migliorie? Quante proposte sono state recepite? Il pensiero dirigista si fonda sulla convinzione che non può esserci soluzione migliore di quella presentata.

Da piazza Martiri, al Piano del litorale, alla strada del Luperi stessa musica:
poca informazione, scarsa trasparenza, censura delle alternative

 Per reggersi la “partecipazione dall’alto” ha bisogno di ridurre l’informazione e la trasparenza: il progetto viene fatto conoscere all’ultimo momento, in un’unica assemblea in cui il cittadino deve essere Mandrake e cogliere subito i punti critici. E’ successo per la presentazione del progetto di piazza Martiri. L’architetto Gino Piarulli ha illustrato il suo lavoro, concordato tra la proprietà del Laurina e i tecnici del Comune. I cittadini sono stati chiamati ad ascoltare.

Alessio Cavarra

Per Cavarra è il top della partecipazione. Il Comitato Sarzana, che botta! presenta una prima idea alternativa nel maggio 2014. Lo slogan: alberiamo piazza Martiri. Una seconda a settembre. Sempre inviata con posta certificata al Comune. Il sindaco non le prende neppure in considerazione. Le bolla con un perentorio: “Il Comitato è arrivato tardi. Il progetto va in cantiere a dicembre (2014)”. Ovviamente uno dei tanti annunci farlocchi. Del progetto non c’è neppure traccia sul sito del Comune (né allora, né oggi).

Rispetto per i cittadini attivi
Secondo lo Statuto (art. 36-37-38-39-40) le soluzioni prospettate dai cittadini (singoli o associati) dovrebbero essere messe sul sito del Comune, discusse, quanto meno prese in considerazione.  Rispettate, perché il Comune di Sarzana garantisce e favorisce la partecipazione attiva con “istanze, petizioni e proposte di deliberazioni”.
Nel caso della strada del Luperi il sindaco non ha potuto invocare un presunto ritardo. Il Comitato ha presentato la sua proposta, volta a togliere il traffico sportivo da via Paradiso, vietando la sosta attorno al Berghini, costruendo parcheggi su viale Alfieri collegati con un passerella ciclopedonale agli impianti sportivi, il 4 giugno 2014. In questo caso sul sito del Comune si è messa la passerella ciclopedonale, bollata per troppo costosa e non risolutiva dei problemi del traffico. Ovvio, le auto non passano su una passerella ciclopedonale. Ma quella passerella – per il Comitato – era funzionale ai parcheggi viale Alfieri in modo da obbligare il traffico sportivo ad abbandonare via Paradiso. Quanto ai costi nessun serio approfondimento. Un postulato: costa troppo. Punto e basta. Solo a Sarzana però piste o passerelle ciclabili costano troppo. Sul fiume d’Arda nel Piacentino un’opera analoga, ma di 122 metri di lunghezza, cioè più del doppio della larghezza del Calcandola, è costata 287 mila euro. Insomma si fa una caricatura della proposta e la si boccia. L’onestà intellettuale dovrebbe essere un altro ingrediente della partecipazione?

Dalla Regione un esempio positivo con l’inchiesta pubblica sul Piano del litorale.
Sul Piano del litorale la giunta Cavarra ha tentato lo stesso modello di partecipazione. Presentazione in un’assemblea a inizio 2014 presso la sede della Marinella spa. E poi una serie di incontri con addetti ai lavori. In questo caso però l’impostazione dirigista dell’Amministrazione sarzanese, che è arrivata a inventarsi quattro assemblee pubbliche mai tenute (ed è provato), si è scontrata con la Regione, che ha imposto l’inchiesta pubblica di Valutazione Ambientale Strategica. La giunta di centrodestra ha mostrato serietà. Ha nominato un presidente autorevole, Patrizio Scarpellini, uomo di sinistra ma intellettualmente e professionalmente onesto. In una seduta ha raccolto le analisi critiche al Piano del litorale del Comune, in una seconda le proposte di modifica venute da cittadini, associazioni e Comitati. Il Comune, dimostrando di non credere a una partecipazione attiva, ha approvato il Piano così com’era stato presentato due anni prima. Un’inutile forzatura e una figuraccia: l’approvazione compete alla Regione, non al Comune. Resta il messaggio di Cavarra: “Io non discuto. Spiego perché ho ragione”.

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Data
martedì, 15 marzo 2016

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