Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Una piazza verde
spazio dolce
e accogliente
per ritrovare Sarzana

di Silvano D’Alto *

La piazza è un vuoto che chiede di essere riempito, liberamente (ritrovo, attività collettive, mercato ecc.) . Questa dinamicità è la bellezza della piazza. Ho visitato, ormai molti anni fa, le piazze di nuovi quartieri francesi, per tradizione erano piazze fortemente alberate  ai margini (platani per lo più, tigli, ecc.) Per curiosità sono andato nel web a rivedere Place de Vosges, appunto a Parigi.  Bellissima, coraggiosissima, unisce il tema del giardino con quello della piazza (non del mercato),  Non è detto che debba essere così, ovviamente, ma sul carattere di piazza mi sembra si debba riflettere. Gli alberi possono essere disposti in vari modi.

I primi bozzetti disegnati da Roberta Mosti

Immaginiamo che per la scelta e posizione degli alberi piazza Martiri acquisti l’aspetto di una pinetina. Ci piacerebbe? Oppure di giardino, ma come ci piacerebbe, con quali alberi ( a foglia perenne  o caduca, cosa succede d’inverno?) e per quali funzioni , se è lecito ancora parlare di funzioni. Il concetto di “nuvola verde”  trasmette un’idea di giardino alberato, di luci e di ombre, di panchine, di qualche gioco d’acqua, ecc. L’intuizione iniziale non va mai persa, ma gli va dato spessore, deve farsi convincente.
Teniamo anche presente che in piazza Martiri sfocia la pessima via Muccini (quale cattiva consigliera è stata la speculazione edilizia in questa parte di città, quei sette piani che sbucano come mostri nella notte venendo dall’autostrada) e per così dire si conclude la bella sequenza delle piazze sarzanesi: piazza Matteotti, piazza Luni, piazza Garibaldi, piazza Vittorio Veneto. Non perdere l’idea iniziale, ma elaborarla coraggiosamente mi sembra la strada.  Certo, uno spazio dolce e accogliente è necessario per ritrovare il luogo Sarzana.
* architetto, già docente di sociologia urbana e rurale all’Università di Pisa

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Data
mercoledì, 18 giugno 2014

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