Sarzana, che Botta!

« Non sapevano che fosse impossibile, allora l’hanno fatto »

Mark Twain


Fiume Vara, la Corte dei Conti blocca i dragaggi. Bocciata la Provincia.

Articolo di Carlo Ruocco

La Spezia. 11 maggio 2012.

Ruspe al lavoro nel Vara

Non è possibile invocare la somma urgenza a sei mesi dall’alluvione per procedere a dragaggi o escavazioni nel Magra e nel Vara senza indire gare pubbliche e senza la prova scientifica che siano indispensabili e idonei alla messa in sicurezza degli abitati.
Con questa motivazione la Corte dei Conti ha bloccato le annunciate escavazioni nel letto del fiume Vara, decise dall’assessore alla difesa del suolo della Provincia, Maurizio Giacomelli, senza il preventivo parere del Comitato tecnico dell’Autorità di Bacino.
Ruspe ferme dunque in attesa delle opportune verifiche tecniche.
Lunedì 14 a Genova è convocata in Regione una riunione “riparatrice”. Saranno presenti oltre alla Regione, la Provincia, l’Autorità di Bacino, il Parco Magra. Dovrà essere avviato un nuovo percorso per arrivare a interventi effettivamente efficaci per la messa in sicurezza degli abitati.
Un grande smacco per la Provincia, che, cedendo alle pressioni dei sindaci, a loro volta pressati dalle popolazioni, il 18 aprile scorso aveva annunciato un piano per l’asportazione di 300 mila metri cubi di ghiaia e la movimentazione in alveo di altri 300 mila metri cubi, suscitando le reazioni del sindaco di Ameglia Umberto Galazzo e del sindaco di Sarzana Massimo Caleo, giustamente preoccupati delle conseguenze a valle di un’operazione non compresa in un piano di interventi su tutto il bacino del Magra-Vara.
Si badi bene: la Corte dei Conti non boccia i dragaggi. Si limita a far rispettare la legge, che la Provincia ha ignorato. Solo in presenza di “somma urgenza” nei giorni successivi all’evento, si può procedere a interventi senza pareri dell’Autorità di bacino, senza studi approfonditi di bacino, senza gare pubbliche, applicando il metodo della compensazione per il pagamento dei lavori in alveo.
La compensazione permette alle ditte chiamate a intervenire d’urgenza di portarsi via tanti metri cubi di ghiaia pari al valore stimato dell’intervento. Il limite massimo del valore dell’intervento per procedere senza gara è di 200 mila euro.
E’ un metodo comprensibile nei giorni bui dell’alluvione, assolutamente arbitrario alla vigilia dell’estate.
Contraddittorio il comportamento della Regione (come lo è stato in tutta la gestione del post-alluvione: la vicenda dell’insediamento commerciale di Romito insegna).
In un primo momento aveva lasciato fare, quasi riconoscendo un ruolo autonomo alla Provincia. Poi al dirigente del settore ambiente, Gabriella Minervini, devono essere fischiate le orecchie.  Il giorno 17 aprile (dunque alla vigilia della riunione tecnica plenaria convocata dalla Provincia per la solenne decisione) ha inviato una lettera, pervenuta al protocollo della Difesa del suolo della Provincia il 23 aprile, nella quale si precisa che i lavori ad oggi non iniziati non possono essere annoverati nelle somme urgenze e pertanto dovranno seguire l’iter procedurale previsto dal decreto n. 3/2011”.
La riunione del 18 aprile è stata disertata dall’Autorità di Bacino. L’assenza è annunciata con una lettera, inviata il 17 aprile (con fax contestuale), protocollata in Provincia il 24, nella quale si precisano tutti gli atti tecnici e scientifici necessari per avallare interventi nei fiumi, che, ci preme sottolineare, non sono strade da asfaltare. Anche l’Autorità di Bacino non dice che non si deve intervenire. Dice che va confrontata la situazione che si è creata con quella precedente, utilizzando tutti i rilevamenti effettuati anche con gli aerei messi a disposizione dalla Regione Friuli. E’ quello che da quattro mesi sta facendo la Regione Toscana per evitare di trovarsi in emergenza il prossimo autunno. E’ quello che avevamo chiesto il 28 novembre alla Regione Liguria e alla Provincia della Spezia e che non viene fatto. I Comitati degli alluvionati farebbero bene ad attivarsi per misure serie, senza andare dietro ai “pifferai magici” che per i loro interessi economici (nautica, escavazioni ecc.) coniugano solo il verbo dragare.

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Data
venerdì, 11 maggio 2012

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