Sarzana, che Botta!

« Quando il committente di una città impone case con un’architettura omogenea , l’esito ci appare sordo: le facciate non rispecchieranno più le diverse inclinazioni del gusto individuale(...) ratio medesima della loro bellezza »

Marco Romano


Banti: progetto frettoloso e datato

In parecchi mi hanno chiesto in questi giorni un giudizio sul cosiddetto “piano Botta” che, se realizzato, sembra destinato a cambiare in modo significativo il volto urbanistico di Sarzana. Il mio vuol essere, al riguardo, un giudizio pacato e privo di connotazioni ideologiche o politiche. Un giudizio da sarzanese, modesto cultore della storia locale con quralche esperienza politica. In questo senso il mio non è un giudizio positivo. Trovo il “piano”, nella sua versione attuale, frettoloso e datato, e che di sicuro non fa onore alla fama di chi lo ha firmato. Dico questo per almeno quattro ragioni:

1. La torre non va bene. Non per motivi religiosi, come qualcuno ha detto (la religione non c’entra nulla), bensì pe motivi storici e urbanistici. Essa infatti, se costruita, farebbe “violenza” al profilo antico della città, con i due campanili allineati lungo il tracciato della Francigena. Per questo è giusto equiparare la torre di Botta alla copertura dei fossati, avvenuta negli anni Cinquanta. Sono interventi che non salvaguardano la conformazione storica della città e, quindi, la sua memoria e la sua identità.

2. I “casermoni” allineati lungo via Brigata Muccini appaiono troppo compatti e privi di identità propria. Ben diversi sono stati quelli costruiti a fine anni Sessanta (vedi edifici ex Commerciale), ai quali ci si dovrebbe uniformare nella sostanza. L’urbanistica di oggi privilegia la varietà e l’alternanza vuoto-pieno, non la compattezza da “capocaseggiato”.

3. Il verde a fruizione sociale realizzato dentro l’area degli edifici, come un cortile condominiale (anche se fruibile) è un’altra forma gratuita di “violenza” che non può essere accettata.

4. Le varianti al piano del traffico per l’accesso in città hanno sollevato molti dubbi e perplessità, che condivido. Entrare in città da via del Murello sarà problematico, e il quadro viabilistico andrebbe cambiato tenendo conto di una procedura di VAS. Detto questo, so bene che tutta la zona va risanata, e che per risanarla vanno costruiti nuovi edifici. Ma questa evidenza scontata non può essere un alibi per interventi brutti e fuori scala, votati all’urgenza di fare comunque cubature (cioè soldi).

Egidio Banti, già assessore regionale e parlamentare

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Data
giovedì, 2 aprile 2009

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