Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Piano spiagge, ricorso al Tar addio
Vince la linea della tutela ambientale

Per Marinella una buona notizia: il Comune ritira il ricorso al TAR contro le prescrizioni della Regione sul Piano del litorale. Il primo atto del neosindaco Cristina Ponzanelli è stato la ricucitura dei rapporti con la Regione per riprendere l’iter del Piano destinato a riordinare il litorale. Il ricorso era stato presentato dalla giunta Cavarra nel maggio 2016 per non sottostare alle indicazioni di Genova che in larga parte erano scaturite dall’inchiesta pubblica di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) svoltasi in Comune a Sarzana sotto la guida del presidente del Parco 5 Terre Patrizio Scarpellini su richiesta delle associazioni ambientaliste. Le prescrizioni della Regione avrebbero dovuto essere recepite dal Consiglio comunale di Sarzana per procedere all’approvazione del Piano. In Consiglio il sindaco Cavarra non le ha mai portate. Le ha impugnate al TAR, rendendo nullo il processo partecipativo dell’inchiesta pubblica e bloccando il primo Piano urbanistico per Marinella. Tombola!

Occorre adeguare la linea demaniale alle mareggiate straordinarie

Il ritiro del ricorso è una scelta che il Comitato Sarzana, che botta! condivide se non altro perché nella primavera del 2016 criticammo la decisione del sindaco Cavarra di espropriare il consiglio comunale, decidendo in prima persona di ricorrere al TAR col denaro dei contribuenti sarzanesi. Chiedemmo anche di riaprire il confronto pubblico invece di privilegiare i portatori d’interessi economici.

Bloccata la colata di cemento e parcheggi
Le critiche del Comitato non erano solo di “forma”. Erano anche di sostanza. La decisione di Cavarra aveva fatto seguito alle dichiarazioni dei dirigenti di Marinella spa che si erano spinti ad affermare che le prescrizioni della Regione rendevano inattuabile il Piano “se non con un miracolo”.
Era la conferma che il Piano col suo carico di cemento per nuovi insediamenti commerciali, di parcheggi in terreni oggi agricoli, in stridente contrasto con la linea dello stop al consumo di suolo agricolo, era stato confezionato a misura degli interessi di Marinella spa. L’inchiesta pubblica aveva portato per la prima volta il Parco Magra, titolare di un’area SIC (sito d’interesse comunitario europeo) interna alla Tenuta, a valutare il Piano. Se lo erano bellamente dimenticato!
Nel giugno 2016 il Comitato chiese al Comune di non coltivare il ricorso e di compiere scelte d’interesse pubblico e non asservite agli interessi di Marinella spa.
La prima scelta doveva essere la revisione della linea demaniale per assicurare al demanio pubblico l’intera spiaggia come prescrive la legge. Oggi invece la spiaggia dove dovrebbero trovare collocazione le strutture ricettive appartiene, guarda caso, a Marinella spa. Gli operatori economici dovrebbero comperare a botte di centinaia di migliaia di euro una spiaggia che per legge è pubblica. Almeno gli introiti del demanio regionale potrebbero servire per risanare l’arenile, devastato dagli apporti dei fanghi delle escavazioni della foce del Magra e a riqualificare il litorale assieme agli oneri di urbanizzazione e di costruzione.
Dalle prescrizioni della Regione che facevano giustizia di faraoniche e inutili opere pubbliche (dune di sabbia a ridosso della strada provinciale dove madre natura le aveva un tempo disegnate a ridosso del frangersi dei flutti; riempimenti con terra vergine per portare le aree retrostanti gli stabilimenti al livello della strada provinciale, la realizzazione di 58 mila metri quadrati di parcheggi sul presupposto che le auto inquinino meno del basilico ecc.) ne avrebbero tratto vantaggio gli operatori, che avrebbero dovuto accollarsi, direttamente o indirettamente, il costo di quegli interventi.
Ora auspichiamo che la nuova amministrazione riapra il confronto pubblico e in consiglio comunale partendo dalle prescrizioni della Regione nello spirito costruttivo che animò l’inchiesta pubblica di VAS.

Facebook

Informazioni sull'articolo

Data
martedì, 17 luglio 2018

Sezione

Tags

Lascia un commento