Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


La nostra salute
al primo posto
Il Comitato si appella
al consiglio comunale

Articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo”.
Articolo 174 del Trattato dell’Unione Europea: La politica della Comunità in materia ambientale …. è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva …
Articolo 1 della legge 36/2001. Obiettivi: assicurare la tutela della salute … minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.

Sono queste le principali fonti legislative che sono state richiamate dal Comitato Sarzana, che botta! nell’affrontare le Osservazioni al Piano delle Antenne adottato il 20 aprile scorso dal Consiglio comunale. Purtroppo la tutela della salute è soltanto enunciata nel Piano: nessun provvedimento è stato indicato nel Regolamento di attuazione, scandalosamente fotocopiato da quello della Spezia. Polvere negli occhi.
Le critiche all’impostazione del documento di pianificazione dei futuri ripetitori sono condensate in un documento di nove pagine, frutto di uno studio attento. Le riassumiamo per titoli, lasciando a chi vuole approfondire la lettura integrale. (osservazioni al regolamento antenne , osservazioni VAS rev_2
Il Piano è fondato su scarsi e vecchi dati di Arpal sulle emissioni di campi elettromagnetici: i due più recenti risalgono al 2014. Non è stata neppure rispettata la legge regionale 18/1999 che faceva obbligo dei rilevamenti annuali per gli impianti installati prima di quella data (ad esempio via Landinelli, che tre anni fa segnava già il valore più alto: 3,6 v/m, sei volte superiore a quello raccomandato dagli scienziati indipendenti!). Quindi nessuna garanzia per la salute.
Non è stata effettuata alcuna verifica tecnica della copertura del segnale per capire se le richieste dei gestori di nuovi impianti siano giustificate o risponda a esigenze di profitto. Eppure la sentenza del Consiglio di Stato (la Cassazione amministrativa) n. 4188 del 2015 dà un’arma potentissima ai Comuni per limitare gli appetiti delle compagnie.
Non è adottata alcuna misura per la tutela della salute e la minimizzazione del rischio ad esempio impegnando i gestori telefonici ad adottare la fibra ottica sul territorio comunale.
Non sono previsti rilevamenti dei campi elettromagnetici in modo capillare e frequente, neppure nelle zone ad alta intensità abitativa.
Non sono tutelati bene neppure i luoghi sensibili (scuole o strutture sanitarie (ex Missioni), né paesaggisticamente vincolati.
Nessuna informazione sarà fornita stabilmente ai cittadini sulle emissioni di onde.
Il Comune rinuncia a dettare regole sulla localizzazione: ha recepito i desiderata delle società telefoniche come un passacarte. Ai gestori viene addirittura delegata la verifica che i valori di legge dell’elettrosmog non vengano superati (art. 7 del Regolamento)!
Insomma esistono le condizioni per migliorare il Piano (senza ritirarlo) invece di copiarlo da Spezia. Per questo il Comitato assieme alle Osservazioni, ha inviato al Consiglio comunale delle proposte di modifica del Piano.

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Data
lunedì, 18 settembre 2017

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