Sarzana, che Botta!

« È anzitutto alla casa di abitazione che occorre rivolgere la massima cura. Se gli uomini vivessero veramente da uomini, le loro case sarebbero dei templi »

Mario Botta, citando Ruskin


La Consulta per la legalità presenta:
“Il Confine”.
Libro su mafie, politica e bombe a Sarzana

Giovedì 6 alle ore 17 nella sala consiliare del Comune di Sarzana sarà presentato un libro che è un vero e proprio documento sulle attività, l’organizzazione, la ramificazione delle mafie nel nostro territorio, i condizionamenti della politica e dell’economia locale almeno fino a metà degli anni Novanta. L’iniziativa è della presidenza della Consulta comunale per la legalità di Sarzana e di Libera La Spezia. A presentarlo sarà Francesca Rispoli, presidentessa di “Benvenuti in Italia” e Marco Antonelli, referente provinciale di Libera e coordinatore del lavoro di ricerca prodotto dagli studenti del Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione dell’Università di Pisa. 
Per cogliere l’importanza storica e politica per la città di Sarzana e per la Val di Magra dell’incontro di giovedì, nel corso del quale sarà possibile porre domande, svolgere riflessioni con gli autori,  basta questo cenno. In un processo dei primi anni Duemila uno dei pochi pentiti della criminalità locale, Ludovico Tancredi, rivelò che gli attentati contro esercizi commerciali ed esponenti politici che turbarono Sarzana negli anni Ottanta si bloccarono nel 1989 per l’arresto avvenuto a Massa di colui che forniva il tritolo. Fino a quel processo Tancredi era considerato dagli inquirenti e dalla stampa come un boss della criminalità comune, che si opponeva a Carmelo Musumeci, che negli anni Ottanta aveva conquistato la piazza di Spezia del gioco d’azzardo e dello spaccio di stupefacenti. Oggi le bombe di Sarzana vengono rilette alla luce di testimonianze di pentiti, tra i quali lo stesso Tancredi,  sotto un’ottica diversa: non era malavita comune, ma malavita organizzata di stampo mafioso. Rileggere la storia, fatti che allora non furono compresi, è fondamentale per capire la realtà di oggi. Per questo il lavoro di ricerca di Marco Antonelli e i giovanissimi ricercatori del master sulla criminalità organizzata, della facoltà di Scienze Politiche di Pisa coordinato dal professor Vannucci, è di grande valore non solo documentaristico, storico, ma anche culturale e politico. Antonelli e l’equipe del Master hanno lavorato per due anni su centinaia di migliaia di documenti (un solo processo conteneva centomila atti) di processi ormai archiviati.

 

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Data
lunedì, 3 ottobre 2016

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