Sarzana, che Botta!

« Mi rivolto dunque siamo »

Albert Camus


Privatizzazione del litorale
Il Piano Spiagge è il cavallo di Troia

Il bubbone della privatizzazione strisciante del litorale di Marinella è scoppiato. La Guardia Costiera ha rotto gli indugi e ha sequestrato ombrelloni, sdraio e un campo da beach volley nell’arenile contiguo all’hotel Rondine in seguito a un esposto di un centinaio di bagnanti.
A rimetterci è la famiglia Venturini di Carrara, proprietaria dell’hotel e delle attrezzature balneari.

Il sindaco Cavarra (a destra) e l'assessore all'urbanistica Baudone alla "mostra" del Piano Spiagge il 6 marzo 2014

La sua colpa è stata di fidarsi dell’amministrazione comunale e del sindaco Alessio Cavarra, che con una delibera, palesemente illegittima, aveva loro concesso di occupare uno dei pochi lembi di spiaggia libera del litorale. E, a leggere il Secolo XIX, del suo avvocato, Paolo Mione, che è anche presidente del Consiglio comunale. Pare solo Patrizia Rossi, dirigente amministrativa del Comune, avesse messo più volte in guardia la giunta che quella delibera non si poteva promulgare. Ma la famiglia Venturini questo non lo sapeva. Il motivo? Sarzana non ha ancora approvato il Piano di uso dell’arenile demaniale (PUD o PUA), commissionato nel 2011. Sulla base del PUD può essere messo a gara l’affitto del litorale. Il PUD è un piano sovraordinato, cioè deve venire prima degli strumenti urbanistici attuativi come il piano particolareggiato del litorale, appena adottato. Lo strumento urbanistico si deve adeguare al PUD, che deve ricevere anche l’avallo del demanio e della Capitaneria. Il Comune ha fatto il contrario. E, a nostro avviso, non a caso.

Il demanio marittimo è un bene comune

Il Piano di privatizzazione del litorale
Il 19 maggio scorso la maggioranza del Consiglio comunale che sostiene Cavarra, ha adottato il Piano particolareggiato del litorale (non dell’arenile!, si badi). Adottato, non approvato. L’approvazione potrà avvenire dopo che si è conclusa la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e dopo che la Regione avranno verificato la correttezza delle procedure e delle soluzioni urbanistiche ed esaminato le osservazioni provenienti da cittadini e associazioni. Cavarra e i suoi assessori, forse forti del sostegno dell’apparato regionale che si è formato sotto Claudio Burlando, devono aver ragionato in questo modo: il consiglio comunale ha adottato il Piano del litorale. Quindi possiamo considerarlo approvato. In quel Piano è prevista la privatizzazione di una parte delle spiagge che oggi sono pubbliche. E’ una specialità ormai dei governi di sinistra togliere ai poveri, che (in questo caso) non possono permettersi di spendere venti euro al giorno, per dare ai ricchi. La spiaggia libera contigua all’hotel Rondine è una di quelle porzioni di arenile destinato a essere privatizzato. Richiamando la delibera del Consiglio comunale di adozione del nuovo Piano, Cavarra e la sua giunta hanno anticipato i tempi. In questo modo però hanno violato un po’ di leggi: prima fra tutte quella regionale che disciplina l’uso degli arenili. Questa legge stabilisce che il sessanta per cento del litorale viene assegnato agli stabilimenti balneari. Il restante quaranta per cento resta libero. Di questo quaranta per cento però metà può diventare “libero attrezzato” (cioè gli ombrelloni e le sdraio possono essere sistemati solo a richiesta degli utenti, altrimenti è spiaggia libera), il restante venti per cento è “libero libero”.

Il cavallo di Troia del Piano Spiagge verso la privatizzazione.
Nel Piano del litorale adottato dal Consiglio comunale il 19 maggio tutti gli stabilimenti e i bagni dovrebbero sparire dalla striscia demaniale e arretrare nel terreno privato della Marinella spa (Monte dei Paschi e soci). Chi vorrà esercitare attività di balneazione, dovrà acquistare o affittare terreni dalla società privata.

L'ingegner Chirico illustra il Piano nella sala della Marinella spa. Alle sue spalle s'intravvedono il sindaco Cavarra e l'architetto Lucchesini

Il Piano particolareggiato del litorale (tecnicamente SUA, strumento urbanistico attuativo) redatto dall’architetto Lucchesini e dall’ingegner Chirico, aumenta considerevolmente il numero delle strutture balneari anche nei terreni prospicienti quel 40 per cento di spiagge che dovrebbe essere libero o, al limite, libero attrezzato. Questa scelta finirà o no per condizionare il PUD? Ad avviso del Comitato Sarzana, che botta! lo condizionerà eccome. Ma soprattutto aprirà in concreto la strada per la privatizzazione totale dell’arenile. Il Comitato ha messo nero su bianco questa contestazione nelle Osservazioni che cittadini e associazioni potevano presentare in Comune entro il 19 giugno scorso. Avrebbero potuto farlo anche il centinaio di bagnanti che ora hanno fatto il ricorso. Ma chi conosce queste procedure burocratiche, deal momento che la partecipazione conclamata dal sindaco Cavarra è puramente formale?

Con quali criteri verranno assegnate le spiagge “libere attrezzate”?
Il ragionamento del Comitato è il seguente. Se si prevede la costruzione di bagni lungo tutta la fascia “Monte Paschi” retrostante il quaranta per cento di arenile che deve essere libero (20 per cento) o “libero attrezzato”, secondo quale criterio un domani si assegneranno le porzioni di spiaggia? Avremo otto, dieci balneatori che avranno investito nell’acquisto di terreni e nella costruzione degli stabilimenti, spendendo tutti la stessa cifra. Ad alcuni il Comune dovrà dire: mi dispiace, ma la spiaggia davanti al vostro bagno deve essere lasciata totalmente libera. I vostri vicini invece potranno sistemare, a richiesta, gli ombrelloni. Un pasticcio che può aprire la strada alla solita soluzione all’italiana: tutti piazzano gli ombrelloni di primo mattino e i vigili urbani chiudono un occhio. Piano Spiagge Osservazione sulla riduzione delle Spiagge Libere nel SUA del Litorale

I cittadini rivendicano un bene pubblico
La protesta dei bagnanti e il blitz della Capitaneria hanno segnato però una svolta. I cittadini stanno riscoprendo i diritti pubblici. Come Comitato Sarzana, che botta! diciamo che il Piano del litorale va rivisto profondamente proprio per tutelare l’interesse pubblico rispetto agli appetiti privati. Abbiamo presentato molte Osservazioni. Chiediamo un vero dibattito pubblico, che coinvolga i cittadini, compresi i fruitori delle spiagge libere.

 

 

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Data
sabato, 27 giugno 2015

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