Sarzana, che Botta!

« D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda »

Italo Calvino


Tavolara custodisce
un luogo mitico
del calcio:
la gabbia di Orrico

L’area sportiva di Tavolara custodisce una struttura mitica del calcio italiano: la famosa “gabbia” di Corrado Orrico. Gli amanti del calcio sanno che l’invenzione della gabbia è contesa tra Corrado Orrico e Arrigo Sacchi.

La mitica "gabbia" di Orrico

Per i profani (di calcio) è bene spiegare brevemente cos’è la gabbia. Si tratta di un recinto di tavole di legno alto un metro e mezzo, di una superficie di circa 1000 metri quadrati, protetto e sormontato da reti in modo che il pallone non possa mai uscire. Insomma la palla è in gioco senza pause.
Orrico, allenatore che ha scalato il mondo del calcio dalla Sarzanese alla Carrarese fino all’Udinese e all’Inter, oggi un oracolo di saggezza calcistica nelle trasmissioni televisive di Sky Sport, portava lì le sue squadre negli anni Settanta. Prima dell’allenamento faceva allagare il campo, in modo da rendere il terreno pesantissimo, quasi impraticabile. Un modo per fare potenziamento muscolare e fiato, facendo divertire i giocatori (amazzandoli di fatica).
La gabbia è una struttura che un appassionato di calcio come Gabriele Volpi dovrebbe acquistare a parte, come si acquista un reperto archeologico, e dovrebbe custodirla come una reliquia della storia del calcio, comprese le scritte a vernice verde che ancora campeggiano su alcune tavole del recinto: “Fuori le palle” e “Cani sciolti”.

I "moniti" ai calciatori

La seconda era una minaccia di Orrico verso i giocatori: se non correvano, minacciava di sciogliere dei cani non particolarmente di compagnia.
Corrado Orrico potrebbe essere l’idoneo e illustre padrino di un eventuale inaugurazione del Centro.
In quell’area sportiva ci sono ancora anche due campi di calcio con tanto di porte, dove si allenava la Carrarese ai tempi della presidenza Cecchinelli in C1. E c’è anche la scritta sopra il cancello d’ingresso.

Facebook

Informazioni sull'articolo

Data
martedì, 25 marzo 2014

Lascia un commento