Sarzana, che Botta!

« Non sapevano che fosse impossibile, allora l’hanno fatto »

Mark Twain


Lunedì 16 assemblea del Comitato per decidere su ricorso e nuove iniziative

 Un’assemblea dei soci fondatori, dei sostenitori e dei sottoscrittori del ricorso al TAR del Comitato Sarzana, che botta! è convocata per lunedì 16 alle ore 21 al Centro sociale Barontini. Il Comitato deve decidere, assieme a Legambiente, se proporre ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Liguria che ha avallato il Piano Botta e come far fronte al pagamento di 10 mila euro di spese del giudizio di primo grado. L’assemblea coincide col fallimento della gara per la realizzazione di tutta la parte pubblica della variante di via Muccini e piazza Terzi. Il flop della gara significa il tramonto di tutti gli obiettivi pubblici del Piano fermamente voluto dall’Amministrazione Caleo: la realizzazione di un parcheggio di seicento posti auto, di cui almeno 430 interrati, che dovevano soddisfare gli standard urbanistici di tutta l’area, una nuova stazione degli autobus, una nuova arteria di penetrazione in città dalle Varianti dal nuovo sottopasso di via Murello in corso di ampliamento, la riqualificazione della piazza con l’abbattimento del vecchio mercato e l’edificazione di una piazza coperta delimitata da due palazzi di sessanta metri di lunghezza, alti quattro piani, destinati a uffici pubblici e privati. Corredavano queste costruzioni una “stecca” su due piani lunga 95 metri e un palazzo pentagonale con una quindicina di appartamenti. Una colata di cemento la cui forzata cancellazione è salutata con grande soddisfazione dal Comitato, pronto a collaborare per individuare soluzioni meno invasive.

Via Muccini, le torri di sette o nove piani in costruzione. Duecento appartamenti senza parcheggi pubblici

Ora di quel Piano particolareggiato resta in piedi la parte privata, i palazzi disegnati da Mario Botta per conto di Unieco e Abitcoop Liguria estranei all’architettura ligure.
Il Comitato e Legambiente sono convinti di avere solidi motivi di ricorso al Consiglio di Stato. Primo fra tutti il mancato parere obbligatorio preventivo dell’ufficio sismico provinciale sulla Variante. I giudici del TAR hanno scritto che una legge della Regione ha derogato la norma statale. Ma una legge regionale non può derogare una norma del Testo Unico dell’edilizia in materia di sicurezza sismica. Gli stessi giudici si sono dimenticati di scrivere di quale legge regionale si tratta. E poi c’è la mancata applicazione della VAS in presenza di un parcheggio interrato pubblico/privato che supera i 500 posti auto (limite oltre il quale la norma impone la valutazione ambientale).
Ora il fallimento della gara per le opere pubbliche rafforza la tesi fondamentale sostenuta fin dall’inizio da Comitato Botta, Legambiente e Italia Nostra e ribadita anche in giudizio: il Piano Botta è stato spacciato come una variante d’iniziativa pubblica; in realtà è stato pensato a Reggio Emilia (sede della Unieco). Non a caso oggi di quel disegno resta in piedi solo la parte privata. Anche la nuova via Murello rischia di non essere realizzata: il Comune, dissanguato dal debito di Sarzana Valorizzazione Patrimonio, altra creatura dell’amministrazione Caleo, non trova un milione e mezzo di euro per riscattare i terreni delle ferrovie sui quali dovrebbe essere realizzata. Il sottopasso potrebbe diventare un’altra opera inutile perché senza sbocco.

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Data
sabato, 14 dicembre 2013

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