Sarzana, che Botta!

« Nessun dolore resiste quando uno, destandosi tre mattine di seguito, ha nella faccia lo splendore vivificante del sole che sorge »

Le Corbusier


C’è un Piano per la raccolta, ma giace nei cassetti degli enti

 “Sveliamo un Piano”

Nel febbraio del 2011 la Provincia e i Comuni decisero di rimettere le mani nel piano provinciale dei rifiuti con l’obiettivo di incrementare la raccolta differenziata, che a fine 2012 per norma europea doveva raggiungere il 65%, e chiudere il ciclo dei rifiuti.
Affidarono a una delle società più qualificate del settore, l’Esper di Torino (Ente di studio per la Pianificazione ecosostenibile dei rifiuti), diretta dal professor Attilio Tornavacca, il compito di elaborare il progetto. Tornavacca è un nome e una storia nel campo del riciclo dei rifiuti in Italia e in Europa, avendo lavorato anche per la Comunità Europea.
A giugno il Piano fu consegnato a Provincia e Comuni. Da allora nessuno se n’è più curato.
In Comune a Sarzana lo hanno tirato fuori dal cassetto su richiesta del Comitato Sarzana, che botta!
Cosa prevede? Quali scenari disegna per raggiungere – anche tardivamente sui tempi dell’Europa – l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata?

Il Comitato ha chiesto allo stesso professor Attilio Tornavacca di illustrarlo ai cittadini, come dovrebbe avvenire – sempre per norma europea – per ogni piano che ha effetti importanti sull’ambiente, sul territorio, sulla qualità del vivere.
E’ un Piano che non nasce dal nulla: ha alle spalle un piamo provinciale adottato nel 2003 con l’obiettivo di mettere la nostra provincia al passo con l’Europa. Ma ha segnato ….  il passo.
Ancora attuale e attuabile? A parlarne sarà il dottor Paolo Falco, che prima di approdare in Provincia aveva collaborato come ricercatore con la Scuola Agraria di Monza, altra istituzione importante nel settore della ricerca sul corretto smaltimento dei rifiuti.

Infine iniziamo ad affrontare un nodo: l’Acam. In consiglio comunale la proposta di legge “Verso Rifiuti Zero” è stata giudicata utopica, perché “con Acam non si può”.
Allora abbiamo pensato alla Spezia, all’esperienza del porta a porta nei quartieri di Levante, avviata Laura Ruocco, assessore all’ambiente del Comune capoluogo nella passata legislatura. Quarantamila abitanti coinvolti sui 95 mila della città. Il 69% di raccolta differenziata ottenuta in quei quartieri in un anno e mezzo. Esattamente la percentuale e il tempo di Levanto, piccolo comune che ha fatto da sé.
Il capoluogo invece lo ha fatto – non senza fatica – con Acam Ambiente.
La Spezia oggi è il primo capoluogo in Liguria nella raccolta differenziata. Certo percentuale modesta (37%) in una Liguria che fa peggio e che continua a essere lontanissima dall’Europa.
A coordinare il progetto spezzino di porta a porta, Sandro Amorfini, già funzionario tecnico del Comune, che affiancherà Laura Ruocco nell’illustrare come fecero il “miracolo”..

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Data
martedì, 15 ottobre 2013

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