Sarzana, che Botta!

« Quando il committente di una città impone case con un’architettura omogenea , l’esito ci appare sordo: le facciate non rispecchieranno più le diverse inclinazioni del gusto individuale(...) ratio medesima della loro bellezza »

Marco Romano


L’alluvione e i sindaci: la paura fa 90. Nuova proposta del “Comitato Botta”

Alluvione, i danniI sindaci di Ameglia, Arcola, Lerici e Sarzana sono preoccupati. Molto preoccupati. Insomma se la fanno addosso. E hanno le loro buone ragioni. A due mesi dall’anniversario dell’alluvione del 25 ottobre si rendono conto di non aver portato a casa nulla. Subito dopo l’alluvione hanno mobilitato il popolo, i comitati, le consulte per invocare dragaggi, dragaggi a go-go.
Hanno crocefisso (loro e i loro colleghi di Santo Stefano, Follo, Brugnato ecc.) sulla piazza mediatica gli ambientalisti, i verdi, gli ecologisti, gli animalisti fino all’Autorità di Bacino, quando sapevano che la decisione di realizzare zone industriali nelle aree golenali del fiume da monte a valle, restringendo l’alveo, era stata loro o come sindaci o come assessori o come politici di lungo corso in nome dello “sviluppo”.
Così come fu una decisione politica e non tecnica quella di costruire argini a monte degli abitati di Fiumaretta e Bocca di Magra. Sapevano che la raccomandazione dei tecnici dell’AdB era di realizzare argini partendo dalla foce per poi risalire .
Poi qualcuno deve aver loro spiegato gli effetti che i dragaggi e gli argini eseguiti a monte possono provocare a valle con aumento della velocità dell’acqua, dell’apporto di detriti, di tronchi travolti da frane, soprattutto se gli interventi non sono frutto di studi ingegneristici di alto profilo. E ora temono le conseguenze delle escavazioni decise dalla Provincia sul Vara, senza il parere del Comitato tecnico dell’Autorità di Bacino, con progetti non coordinati, affidati a singoli studi professionali, di cui gli stessi sindaci ignorano le competenze in idraulica fluviale.
Come dar loro torto?
Ora chiedono un piano organico, concordato con la Regione Toscana (qui). Per un piano siffatto purtroppo è tardi. Non si mette mano allo studio di un piano a un mese dall’autunno. La Toscana ci ha pensato dal dicembre 2011, mobilitando le due migliori facoltà di scienze del territorio di Genova e Firenze. La Liguria è al palo. Oggi se ne possono gettare le basi per il futuro. Purtroppo né la Regione, né i sindaci hanno ascoltato il “Comitato Sarzana, che botta!” quando il 28 novembre 2011 proponeva uno studio organico impegnando le migliori università ( leggi qui Alluvione – Proposta a Regioni Concorso d’idee ). Potevano magari saltare il concorso e puntare al risultato. Ci dispiace non solo per il tempo perso per far fronte al rischio idraulico incombente, ma perché ancora una volta dobbiamo prendere atto dello scarso funzionamento della democrazia, che richiederebbe ascolto da parte di chi governa delle istanze di chi è governato. Qualche idea la possono avere anche i cittadini non solo i politici di mestiere. Sono in tempo ad ascoltare ora, non per prendere lezioni, che nessuno vuol dare soprattutto ai Primi (della classe Cittadini), ma per ascoltare le proposte, confrontarsi, invece di disertare i convegni scientifici magari solo perché ritengono un comitato “ostile”.
Una nuova proposta
Oggi il Comitato Sarzana, che botta! ha inviato loro (e a Burlando) un’altra proposta. (leggi qui Alluvione Piano e misure urgenti  ). Attendiamo almeno una risposta, un confronto. L’autunno incombe e c’è il bisogno del contributo di tutti. Non credono?

 

 

 

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Data
sabato, 1 settembre 2012

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