Sarzana, che Botta!

« È anzitutto alla casa di abitazione che occorre rivolgere la massima cura. Se gli uomini vivessero veramente da uomini, le loro case sarebbero dei templi »

Mario Botta, citando Ruskin


Rischio alluvione, partono i dragaggi. Al palo le opere utili alla sicurezza

Partono i dragaggi. Sul Vara per decisione unilaterale della Provincia, cioè di un ente commissariato in attesa di scioglimento. Non risultano avalli di altri enti competenti (Autorità di Bacino, Ente Parco e Regione). Da tre settimane abbiamo chiesto via Posta Elettronica Certificata il verbale della riunione tenutasi a Sarzana per “superare lo stop della Corte dei Conti” all’uso disinvolto delle procedure di somma urgenza a sei mesi dall’alluvione. Siamo in attesa. Intanto si scava ghiaia di ottima qualità. Un business in piena regola.
Proseguono anche i dragaggi nel tratto focivo del Magra  in sponda sinistra per consentire ai cantieri nautici di mettere in acqua e far navigare le grandi imbarcazioni a vela.
Le foto che pubblichiamo sono state scattate più di un mese fa. Sono un documento chiarissimo. Ma allora perché i “signori della nautica” continuano a chiedere di dragare la foce del Magra? Ciò che è utile e urgente alla loro attività viene già fatto. Lo stesso professor Giovanni Seminara non aveva escluso la possibilità di creare due canali di navigazione. Allora qual è l’obiettivo? Si vuole dragare tutta la foce del fiume per far transitare imbarcazioni sempre più grandi a spese della collettività? Sicuramente il dragaggio totale e ripetuto non serve alla sicurezza degli abitati di Bocca di Magra e Fiumaretta. E’ stato scientificamente dimostrato che dragare non serve a quel fine. E’ un rimedio parziale. Servirebbero almeno gli argini bassi. Ma allora perché il “popolo degli alluvionati” si presta a dare forza al partito dei dragaggi? Una risposta c’è: disperazione e paura del prossimo autunno. Voi cosa fareste al loro posto in assenza di altre misure? Oggi – a fronte dell’immobilismo della Regione Liguria – quelle poche decine di centimetri di acqua in meno di cui parla il professor Seminara nel suo studio è l’unica speranza a cui attaccarsi per chi ha avuto l’acqua in casa.
E su questo gioca la politica degli affari. Con grande cinismo si disperdono risorse finanziarie scarse per dragaggi inutili alla sicurezza vera per favorire il business. Le conseguenze poi si vedranno alla seconda piena e con l’erosione del litorale. La Regione Toscana segue altre strade: lo studio avviato con le università sta per concludersi.

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Data
sabato, 9 giugno 2012

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2 commenti per “Rischio alluvione, partono i dragaggi. Al palo le opere utili alla sicurezza”


  1. Alessandro Poletti, Legambiente Circolo "Valdimagra" says:

    Non solo non ci sono avvalli da altri Enti, ma pare che il Parco di Montemarcello – Magra abbia espresso parere negativo!

  2. Il comitato says:

    Il dato più negativo a questo punto non ci sembrano neppure i dragaggi decisi sul Vara senza uno studio complessivo: potrebbero anche essere scientificamente corretti.
    Assolutamente negativa è questa assoluta mancanza di trasparenza. Sul sito degli enti dovrebbero apparire per legge le determine dirigenziali. L’azione dei vari commissari straordinari è “top secret”. E non si dica che c’è la Corte dei Conti a vigilare. La mancanza di trasparenza è una sospensione della democrazia. Nei paesi di consolidata democrazia non sarebbe tollerata.



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