Sarzana, che Botta!

« l’urbanistica degli imprenditori. Essi pensano e realizzano, senza nasconderlo, per il mercato, in vista di un profitto. La novità, il fatto più recente, è che essi non vendono più alloggi o immobili, ma urbanistica. Con o senza ideologia, l’urbanistica diventa valore di scambio »

LeFebvre (1968)


Strage di alberi. “Sono malati”. E la causa?

Bozi di Saudino, la desertificazione

Un’epidemia uccide gli alberi nel territorio del Comune di Sarzana. Deve trattarsi di una malattia rarissima, non certificata nelle risposte che vengono date a chi chiede perché mai così tante piante vengano abbattute negli ultimi mesi. In un primo momento si era giustificato con una non meglio precisata malattia lo scempio delle piante centenarie al vecchio ospedale. Le foto che pubblichiamo in calce a questo articolo svelano il reale motivo.

Poi è toccato agli alberi dei Bozi di Saudino contrarre il “terribile” morbo. La richiesta di abbattimento è stata presentata dalla Bi.Ma., società proprietà dell’area. Circostanza questa che aveva indotto qualche perplessità. I Bozi (Zona SIC , cioè Sito di Interesse Comunitario UE) sono stati concessi dalla BI.MA. in comodato d’uso al Parco a titolo gratuito per dieci anni con l’impegno dell’ente pubblico di risanare e ristrutturare la zona (spesa due milioni di euro di denari pubblici) per poi restituirla ai proprietari. Si è scoperto che l’area dove si svolgevano le feste dell’Unità non rientra nella convenzione: solo il bordo del lago. Su richiesta dell’Ente Parco la Forestale ha verificato la malattia delle piante (pioppi e ontani). Di tutte le piante, anche quelle ai bordi del lago. E le motoseghe di una ditta hanno proceduto all’esecuzione del taglio.

La sezione di un tronco "malato"

Abbiamo fotografato a più riprese i tronchi tagliati. Sulla cattiva salute di alcuni pioppi non c’è da discutere. Ma su alcune sezioni totalmente chiare abbiamo – da profani, per carità – più d’un dubbio. Insomma non vorremmo che fosse successo come nell’Oasi della LIPU di Romito Magra, dove per tagliare le piante rese pericolanti dalla piena del 25 ottobre, hanno compiuto una desertificazione. La Forestale ha poi sanzionato con una modesta multa gli autori dello scempio. C’è sempre il solito problema: chi controlla?

Il Parco: piantate nuovi alberi
Ora però il nuovo consiglio del Parco Magra ha emesso un’ordinanza: la BI.MA. dovrà rimpiantare un analogo numero di piante (pioppi bianchi e ontani) per sostituire quelle abbattute. E’ una scelta molto apprezzabile, perché le piante si possono anche ammalare, possono invecchiare. Importante è mantenere l’equilibrio dell’ambiente.

Il taglio lungo la panoramica della Fortezza

Non è finita. Chi percorre la panoramica della Fortezza potrà constatare un altro taglio di tutta la vegetazione arborea nell’area compresa nella curva a gomito subito dopo il cartello di “fine”  Sarzana (chi sa perché, visto che si resta sempre in territorio sarzanese). In Comune non ne sanno nulla.

Ora tocca ai tigli di viale XXI Luglio andare sotto esame: l’ufficio Lavori Pubblici ha rilevato che tre di loro non stanno bene e ha incaricato un agronomo di fare un accertamento. Se la prognosi fosse infausta, questa volta diteci almeno la malattia e la causa di tanta “epidemia”.

Ecco perché hanno abbattuto le piante secolari al San Bartolomeo
Altro che malattia: gli alberi centenari del vecchio ospedale intralciavano le operazioni di cantiere. Non utilizzare i grandi mezzi meccanici avrebbe comportato l’aumento dei costi. E allora via gli alberi. La malattia? Il profitto.

Le piante secolari avrebbero intralciato il cantiere

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Data
mercoledì, 9 maggio 2012

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1 commenti per “Strage di alberi. “Sono malati”. E la causa?”


  1. Vittorio Venturelli says:

    Credo che l’abbattimento degli alberi nell’area del vecchio ospedale abbia qualche giustificazione. Dispiace che non sia stato detto prima( e ciò avrebbe dato luogo ad inevitabili polemiche) e soprattutto che non sia stato manifestato,contestualmente,l’impegno di rimetterli, come buon senso vorrebbe ( e ciò per contro le avrebbe forse evitate).



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