Sarzana, che Botta!

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Alexis de Tocqueville


Strage di alberi al San Bartolomeo, ecco i responsabili

di Carlo Ruocco

Sarzana, 17/11/2011.

Cosa fa un assassino dopo aver commesso un delitto? Tenta di far sparire le prove, di depistare le indagini. Ma non esiste un delitto perfetto. Parola di Hercule Poirot. Sono bastate 24 ore per dare un volto a chi ha decretato la morte degli alberi centenari che adornavano il cortile antistante l’ex ospedale San Bartolomeo, ricostruire la trama del delitto, chiarire il movente, individuare i complici. Nonostante che non sia stato apposto il cartello di cantiere (reato penale, segnalato alla Polizia Municipale) indicante progettisti, direttore dei lavori ecc.
Si è trattato di un delitto premeditato, progettato da un architetto di chiara fama in provincia, Roberto Tartarini, già presidente dell’Ordine provinciale della categoria. Ha ricevuto quattro anni orsono  dall’Asl 5 l’incarico di recuperare l’edificio per trasformarlo nella “Casa della salute”, cioè nella sede del distretto sociosanitario. Non ha agito da solo. Il “disegno criminoso” porta anche la firma di Cristina Tartarini, architetto associato (la figlia?).
Diciamo subito che siamo di fronte a un delitto commesso da un professionista, che ha potuto agire col favore di controllori distratti o superficiali. Intanto la scelta dell’arma: un progetto di ristrutturazione di qualità. E’ servito per mettere a segno il delitto.
Tartarini ha ricostruito sinteticamente la storia architettonica del San Bartolomeo, riproducendo affascinanti immagini d’epoca. E qui ha però commesso il primo errore. Ha riprodotto una foto antecedente il 1888. Vi compaiono già gli alberi. Cioè quasi tutte le specie tagliate sono ultracentenarie. Poi ne ha prodotto un’altra, che conferma la prima.

Una foto antecedente il 1888

Una foto antecedente il 1888

MEMO0002

E’ proprio il corredo fotografico a inguaiare i progettisti. A contorno delle carte hanno sistemato altre foto per illustrare lo “stato di fatto”. Sono immagini che tutti noi abbiamo ancora davanti agli occhi.

Foto allegata al progetto

Foto allegata al progetto

Sono immagini che – a vederle – accrescono la rabbia per tanta arroganza intellettuale e tanta superficialità burocratica, che ha privato i cittadini di Sarzana di un raro patrimonio di verde. Dalle foto emerge con chiarezza quanto è nel ricordo dei sarzanesi. Tutti gli alberi, proprio per la loro vetustà, superavano il secondo piano dell’edificio. A cominciare dai tigli che ornavano l’ingresso. Alcuni, come i Cedrus Atlantica, si lanciavano ben oltre la sua massima altezza. Le loro fronde era rigogliose (e sane). Ieri mattina ne hanno abbattuto un altro, dato che il sindaco Caleo (laurea in agraria, quindi – si presume – competente) non è stato in grado di stoppare l’esecuzione di un progetto tanto scellerato.
MEMO0004 “E’ tutto in ordine. C’è il benestare della Soprintendenza”, la frase di schermo, da rito burocratico del nostro primo cittadino con delega alla Cultura (cioè al patrimonio storico).

E’ vero. La Soprintendenza, con un atto a firma del soprintendente Giorgio Rossini e sul suo braccio operativo in Vallata, geometra Enrico Vatteroni, ha dato il suo assenso al progetto architettonico. Ma solo architettonico. Ha dato prescrizioni sulla conservazione di alcune preziosità degli interni, sugli intonaci esterni.

Tace sugli alberi. Proprio non se ne cura. Ha ignorato bellamente l’ultima pagina della relazione tecnica degli architetti Roberto e Cristina Tartarini.

Eppure era la pagina che decretava la morte di quelle piante secolari. Ma Rossini, Vatteroni, sapevano di quale bene monumentale trattavano i Tartarini con tanta superficialità da non indicare neppure le specie arboree di quegli alberi di alto fusto? I progettisti si limitano a dire che sarà salvata la grande pianta secolare e le due magnolie a lato dell’edificio. Dei due cedrus non se ne occupano. Le altre saranno abbattute per essere sostituite “da un giardino più consono alla qualità dell’edificio”.

E la Soprintendenza se ne sta. Muta. Non se ne cura neppure l’ufficio tecnico del Comune, occhiuto solo quando si tratta di stabilire un’apertura finestra in una vecchia casa colonica scalamata.
Il progetto è passato nell’aprile del 2010 in Conferenza dei servizi con quei percorsi accelerati e per nulla trasparenti (nessuna informazione ai cittadini), tanto cari ai teorici della “politica del fare” (danni), che stanno procurando disastri quando si tratta di patrimoni ambientali, storici o paesaggistici. Nessuno si è accorto che gli alberi riportati nel disegno del frontale dell’edificio, riproducente lo “stato attuale” erano assai meno significativi della realtà, alcuni – i Cedrus – quasi “trasparenti”, come per sminuirne l’importanza in perfetta coerenza con la mezza pagina conclusiva della relazione tecnica che ne decreta la morte. Il commento comune di tutti i passanti è: “Ovviamente nessuno pagherà”. Neppure l’Asl 5, proprietaria di quegli alberi centenari. Ora (su La Nazione) racconta che erano malati, perché un ramo cadde. Attendiamo l’autopsia di un anatomopatologo….
E Massimo Baudone, assessore ai Lavori Pubblici, piante e giardini? All’epoca non era assessore. Ha offerto il petto per salvare la faccia dell’amministrazione. Un “eroe”. Intanto s’informi: in città la competenza della tutela arborea è del Comune, non della Forestale né della Soprintendenza. Il taglio degli alberi continua.

Articolo precedente: Vecchio ospedale, strage di alberi secolari

Gli alberi disegnati in progetto nel prospetto dello "stato attuale"

Gli alberi disegnati in progetto nel prospetto dello "stato attuale"

Il decreto di condanna degli alberi secolari del San Bartolomeo

Il decreto di condanna degli alberi secolari del San Bartolomeo

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lunedì, 21 novembre 2011

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5 commenti per “Strage di alberi al San Bartolomeo, ecco i responsabili”


  1. Stefania Bernardini says:

    Caro assessore, non ho specificato che mi riferivevo al vecchio ospedale? L’ ho dato per scontato, visto, che nel nuovo, oltre a un gran bell’ albero di pepe rosa, c’è davvero solo vegetazione spontanea. Per quali alberi mi sarei dovuta allarmare?
    Ma andiamo oltre.
    Il vero peccato e’ che la politica non ha saputo, potuto (perche’ l’errore e’ stato a monte) o voluto fermare una scelta cosi’ grave. C’era ancora secondo me la possibiita’ di fermare almeno il taglio di gran parte di un pezzo di storia di Sarzana, di memoria della città. Non capisco perche’ si continua a cancellare quello che di bello si e’ costruito nel tempo. Perche’ i soldi devono sempre prevalere sul bello? Perche’ non deve prevalere l’ interesse della città. Sarzana da questa vicenda ne esce propio male. Cordiali saluti
    Stefania Bernardini
    P.S. : La prossima volta scrivero’, non telefonero’. Così tutto resterà nero su bianco.

  2. Gianni Tendola says:

    Sono sempre stato del parere che gli amministratori, sindaci in capo, dovrebbero essere eletti per “fare” meno possibile e conservare il più possibile , finchè non dimostreranno di avere la cultura necessaria al rispetto dell’ambiente e di aver cura delle persone, a cominciare dai bisogni primari dei bambini e degli anziani (vedi parchi giochi, spazi e verde pubblico attrezzati, piste ciclabili…) Ma, visto quello che hanno combinato ultimamente con la pista ciclabile su viale XXV Aprile e il taglio degli alberi al vecchio ospedale, non sarei più disposto a pagare perchè non “facciano” niente ma li manderei a zappare e che facciano il piacere di togliersi da lì.

  3. Lella Cosentino (da facebook) says:

    sono andata a vedere ed è stato un vero e proprio trauma ! Ma che schifo…… ma, comunque il premio ATTILA è troppo poco per questi tipi qua…. poi non vi scordate il ” vecchio ” Consultorio… anche li, dopo aver rifatto il tetto l’ASL si è dilettata nel taglio di alcune piante… essendo in un posto un po’ nascosto non se ne è accorto nessuno !!!!

  4. Simona Giorgi says:

    IL CANTO DELLA SEQUOIA di W. Whitman
    (in “Homo Radix” di Tiziano Fratus)

    Gigantesca una voce,che fatidica mormora,dalla terra e dal cielo,
    voce d’un maestoso albero moribondo,nella fitta foresta di sequoie.
    […]Profondamente spaccato dalle lingue affilate delle asce,nella densa
    foresta di sequoie,
    Udii l’albero poderoso intonare il
    suo funebre canto
    […]Mormorato dalle miriadi delle sue foglie, scendeva dall’erma vetta,alta duecento piedi,
    Emanava dal tronco possente dai rami,dalla corteccia spessa un buon piede,
    QUESTO CANTO DELLE STAGIONI E DEL TEMPO,CANTO NON DEL SOLO PASSATO,
    CANTO ANCHE DEL FUTURO.

  5. Claudio Rissicini (mail) says:

    Cari amici del Comitato Botta,
    sono a Manaus dove, come alcuni sanno, mi sto occupando di un programma di sviluppo integrato di una zona di frontiera con Colombia e Peru, l’Alto Solimes, che insieme al Rio Negro a Manaus dà vita al Rio delle Amazzoni. Il progetto di cui mi occupo è mirato allo sfruttamento sostenibile dei prodotti della foresta, ed in questo lavoro mi sono reso conto di come, in una zona fra le più povere del Brasile, le persone, anche le più umili, siano attente a non distruggere lo straordinario patrimonio naturalistico dell’area.
    Noi invece, crassi e prepotenti, stupidi ed ignoranti, ci possiamo permettere di abbattere alberi secolari che sono la testimonianza di quanto i nostri antenati fossero più intelligenti ed amanti di questi momunenti della ed alla natura!!
    Se io fossi stato a Sarzana e lo avessi saputo mi sarei incantenato ed avrei chiamato le forze dell’ordine! Se non èstato ancora abbattuto l’albero di Canfora Cinese all’angolo con Via Castruccio occorre immpedirglielo. E poi occorre denunciare il Comune ed avviare una campagna d’informazione su questo ennesimo attentato alla nostra città, alla sua storia, al suo paesaggio, che imponga anche la necessità che il Comune ripiantumi con alberi identici e della massima grandezza possibile, e che lo faccia facendo pagare i costi agli ir/responsabili di questo ennesimo episodio di violenza alla città. Ora basta!!!!!!!!
    Spinto dalla rabbia, penso che se fossi stato li avrei commesso qualche reato del tipo schiaffeggiare i responsabili di questa str…ata. Sono incazzato come una iena!!



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