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Maxipiscina alle 5 Terre. L’ha progettata l’ex sovrintendente Indaga la Procura

Riportiamo un interessante articolo apparso su Il Fatto Quotidiano il 4 aprile 2011, a firma di Ferruccio Sansa.

Cinque terre, la prima maxi-piscina progettata dall’ex custode del patrimonio ambientale

Il progetto riguarda l’Hotel Roca di Monterosso, comune-regno del Pdl dove non esiste opposizione. L’idea è dell’ex sovraintendente Mario Semino. Ora sul caso pesa un esposto. Se ne ocuperà la procura. L’indagine ad oggi resta a carico di ignoti

Le ruspe lavorano. Il verde della vegetazione mediterranea scompare, lascia spazio al giallo della terra che emerge, come una ferita. Ecco la grande piscina dell’Hotel Roca di Monterosso. Piscina dei record: sarebbe la prima di tutte le Cinque Terre. Non ancora finita e già si trova al centro delle polemiche, e degli esposti degli ambientalisti. Non solo: il suo progettista è l’architetto Mario Semino. Già, negli anni Ottanta era Sovrintendente della Liguria, insomma era il custode del patrimonio architettonico e ambientale della regione. Mentre oggi è l’autore di un progetto che fa tanto discutere. Strano destino. E c’è chi ha paura che quella piscina (di acqua salata pompata dal mare), quella chiazza azzurra sospesa sul mar Ligure possa essere il passo decisivo verso il definitivo sbarco del Partito del Cemento alle Cinque Terre, uno dei tratti di costa più famosi d’Italia. Dove ogni anno arrivano milioni di turisti, molti stranieri.

I primi allarmi sono partiti negli anni scorsi. Gli ambientalisti puntarono il dito contro la costruzione di villette nel villaggio turistico a picco sul mare di Corniglia (operazione sostenuta da Franco Bonanini, l’ex direttore del Parco, vicino al centrosinistra, arrestato l’anno scorso). Poi ecco il nuovo edificio destinato a ospitare una scuola nei boschi di Pianca. Quindi la sede del Parco vicino alla stazione di Manarola. Per finire con la funivia che dovrebbe partire alle spalle di Monterosso. Insomma, alle Cinque Terre gli allarmi si moltiplicano.

Ma il racconto deve partire dall’inizio, da Monterosso, comune feudo del centrodestra. Primo, semplicemente perché qui l’opposizione non esiste. Il centrosinistra non è nemmeno presente in consiglio comunale. Roba da fare invidia alla Cuba di Fidel. Secondo, perché da queste parti si ritrovano tanti esponenti del mondo berlusconiano, da Luigi Grillo, potente presidente della Commissione Opere Pubbliche e Comunicazioni del Senato, a Maurizio Belpietro, direttore di Libero. Qui gli ambientalisti sono a mal partito. Si battono contro i nuovi garage, contro verande che compaiono all’improvviso su vecchi palazzi storici in riva al mare. L’ultimo allarme è proprio lei, la piscina dell’Hotel Roca.

Praticamente l’unica di tutte le Cinque Terre. Ma leggendo la relazione tecnico-descrittiva del 2004 sembra che non possano esserci dubbi: “La proprietà ha ritenuto indispensabile dotarsi di piscine”. Non solo: “Il Comune ha ritenuto il soddisfacimento di tale esigenza di sicuro beneficio per l’Hotel Roca nonché di miglioramento dell’immagine complessiva turistica del Comune di Monterosso”. Ancora: “Il nuovo Piano Regolatore in itinere, gia’ritenuto meritevole di approvazione dalla Regione Liguria, ha previsto in zona limitrofa all’albergo la possibilita’ di realizzare la piscine”.

Claudio Frigerio dell’associazione Ambiental-Mente, uno dei pochi a essersi battuto negli ultimi anni contro le operazioni immobiliari alle Cinque Terre, non e’ d’accordo. E ribatte punto su punto: “Non si capisce perché sia stata approvata la realizzazione di questa piscina, l’unica di una zona super tutelata, di un Parco Naturale”. Non solo: “Per consentire la realizzazione della piscina si è derogato a tutti i livelli di pianificazione territoriale, a livello comunale (Piano Regolatore), a livello di Parco Naturale e perfino a livello regionale”. Come è stato possibile? “Qualcuno ha sostenuto che la piscina per i clienti dell’albergo va costruita perché di interesse pubblico”. Ma il Piano Regolatore “in itinere” cui fa riferimento la relazione tecnica? Frigerio sorride:”E’ in itinere da dodici anni”.

Negli uffici del Comune respingono le accuse: “E’ tutto in regola”, assicurano. Certo, quella macchia chiara in mezzo al verde delle alture a picco sul mare, quelle ruspe che si mangiano i rilievi fanno venire la pelle d’oca. Non soltanto agli ambientalisti, ma alle migliaia di persone che con il primo sole della primavera sono arrivate a Monterosso. Adesso la parola passerà alla Procura che dovrà occuparsi dell’esposto (finora non ci sono indagati). Ma in Comune sono convinti della scelta e vanno avanti per la loro strada. Del resto non c’è nemmeno l’opposizione.

di Ferruccio Sansa, da Il Fatto Quotidiano del 4 aprile 2011

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Data
giovedì, 7 aprile 2011

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