Sarzana, che Botta!

« Quando il committente di una città impone case con un’architettura omogenea , l’esito ci appare sordo: le facciate non rispecchieranno più le diverse inclinazioni del gusto individuale(...) ratio medesima della loro bellezza »

Marco Romano


Presentato il nuovo progetto di piazza Terzi

Botta ha sdraiato la sua torre!

Un treno di due piani lungo 95 metri sospeso su colonne sopra la stazione degli autobus. Volumetrie confermate

Un treno di due piani lungo 95 metri sospeso su colonne sopra la stazione degli autobus. Volumetrie confermate

Articolo di Carlo Ruocco

Mario Botta lo aveva annunciato a Ferrara: “A Sarzana stiamo mettendo in orizzontale ciò che prima era verticale”. E voilà! La torre non c’è più. Ma siccome gli amministratori non sono stati sensibili ai suoi consigli di ridurre le volumetrie eccessive, il risultato è altrettanto mostruoso.

A sovrastare la struttura stile fabbrica paleoindustriale, dove sorgerà la nuova stazione degli autobus, sarà edificato un parallelepipedo di mattoncini rossi e cemento (in gergo si chiama “stecca”, termine inquietante quando si parla di edilizia pubblica) lungo 95 (novantacinque) metri e alto due piani. Poggerà su colonne alte tre metri, che formeranno tra la tettoia della stazione degli autobus e questa struttura una galleria aperta su tutti i lati.

E dopo i cubi e il cilindro di 30 metri ecco spuntare un trapezio di sei piani

Siccome le volumetrie della torre di sessanta metri erano tanta roba e dal momento che il Comune, finanziariamente alla canna del gas, non vuole rinunciare neppure a un metro cubo, Botta ha architettato un nuovo edificio di sei piani a forma di trapezio, collocandolo tra la stazione degli autobus e la rotonda prevista in via Murello, a poca distanza dalla torre cilindrica di trentun metri, che affaccerà sulla variante Cisa. L’ingombro della struttura della stazione degli autobus resterà quello di prima. Cambierà la destinazione d’uso interna: metà sarà destinata a centro commerciale, metà a capolinea delle corriere. Uno strano ibrido.

La piantina qui sotto mostra la vicinanza dei nuovi edifici (colore grigio chiaro) ai palazzi oggi esistenti (bianchi). La struttura del nuovo mercato, alta quattro piani, sovrasta le palazzine a due piani di via Terzi. Le ombre dei nuovi palazzi (grigio scure) incombono sulle costruzioni esistenti.

FOTO2

Cubi, cilindri, trapezi, archi retti: mancano ancora all’appello un edificio a semisfera e uno a cono e poi Sarzana sarà studiata sui manuali di geometria applicata.

Battute a parte, all’appello mancano settecento metri quadrati di spazi liberi. Botta al Moderno era stato chiaro: con queste volumetrie o si sviluppa in orizzontale o si costruisce in verticale. Ma in nessun articolo della Costituzione sta scritto che le volumetrie sono intoccabili.

Per il sindaco, volumetrie intoccabili

Intoccabili lo sono per il sindaco Massimo Caleo, che ieri pomeriggio ha presentato il progetto alla commissione territorio del Consiglio comunale. Seduta pubblica. Una quarantina di cittadini, per lo più del Comitato “Sarzana, che botta!”, hanno affollato l’aula consiliare.

il pentagono

Prima che la piantina dell’edificio a trapezio facesse la sua apparizione sullo schermo, il primocittadino ha sottolineato che “il Piano è già stato adottato dal Consiglio comunale il 30 marzo”. Due i concetti più volte sottolineati: “Il Piano originario non era stato capito dai cittadini”. “Il consiglio comunale e il sindaco se ne sono resi conto, hanno ascoltato le esigenze dei cittadini e le hanno accolte e tradotte in questo nuovo progetto”. …. La torre è sparita, la stazione degli autobus dimezzata, la parte residenziale è stata separata dai servizi e allontanata dalla ferrovia per evitare i rumori. Le volumetrie, critica più importante al Piano, eccessive anche per Botta, rimangono – ha scandito Caleo – invariate.

E la chiusa finale prima di scappare per un impegno: “Ora ci avviamo alla conclusione definitiva”.
Insomma basta discorsi, si è discusso anche troppo.

Il nuovo progetto in quattro carte

Il capo dell’ufficio urbanistico, ingegner Franco Talevi, ha illustrato il progetto, proiettando sullo schermo quattro carte. Una miseria per 27 mila metri quadrati di costruzioni. Ma i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, non si sono lamentati. Non hanno neppure eccepito che la città non si vede: cielo azzurro e nuvole bianche. Il verde non c’è, pazienza.

stecca

Talevi, a scanso di equivoci, ha sottolineato che la parte privata del Piano non è stata toccata. E’ sacra e inviolabile. Quindi piazza Martiri resta libera dai 2.500 metri. Dunque il proprietario dell’hotel Laurina (e della Vetraia) dovrà rinunciare a oltre mille metri quadrati di superficie, essendo già arrivato a tetto nella ex vetreria, senza crescere di un piano? Talevi non si è addentrato e i consiglieri (di maggioranza e di opposizione) hanno ritenuto giusto di non disturbare il manovratore, forse in ossequio all’appello del presidente Giorgio Napolitano: prima del G8 dell’Aquila, basta polemiche.

La viabilità resta invariata. Tutto il traffico confluirà in città verso il parcheggione. Con le volumetrie resta l’incubo di fondo per l’Amministrazione.

“Certo, se ci fosse un PRG da ridiscutere ….”

L’assessore Roberto Bottiglioni ha cercato di esorcizzarlo buttando lì una frase: “Se ci fosse un Piano regolatore da ridiscutere, sarebbe totalmente diverso”.
Frase sventurata. Il PRG è da ridiscutere: ha compiuto la scadenza decennale già nel marzo del 2008. E allora perché non approfittarne? Ma neppure la frase “sventurata” ha stimolato i consiglieri della commissione.
Il presidente Massimo Baudone ha però assicurato che il dibattito ci sarà.

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Data
mercoledì, 1 luglio 2009

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